Gli operai che la borghesia ha ucciso a Torino, chiamano tutti i lavoratori alla riscossa contro la classe di assassini che ci governa, il loro criminale ordinamento sociale e i politicanti che lo sostengono!

martedì 11 dicembre 2007.
 

Comunicato del 12 dicembre 2007


(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net

Email: lavocenpci40@yahoo.com

Delegazione: BP3 4, rue Lénine 93451 L’Île St Denis (Francia)

 

 

 

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Il testo del comunicato

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Volantino tratto dal comunicato
Riproduci!
Affiggi!
Diffondi!

I morti di Torino, come tutti i morti e feriti sul lavoro, sono le vittime dei padroni, dei politicanti che li assecondano, dei paladini della precarietà che difendono il loro criminale ordinamento sociale e che in nome dei profitti e della concorrenza condannano i lavoratori alla miseria, alla precarietà, alla malattia e alla morte!

 

Contro la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari nel nostro paese come in ogni angolo del mondo, bisogna portare avanti la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo e da subito imporre di nuovo ai padroni i lacci e laccioli che il movimento comunista aveva già loro imposto nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria!

 

Gli operai bruciati vivi il 6 dicembre alla Thyssen-Krupp di Torino sono le vittime dello smantellamento dei vincoli, dei lacci e laccioli che i lavoratori avevano imposto ai padroni. Sono il risultato della libertà che i padroni si sono nuovamente ripresa a seguito dell’indebolimento del movimento comunista. I bassi salari, la precarietà, l’attacco al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, i ritardi nei rinnovi dei contratti di lavoro, l’infame legislazione dello sfruttamento dei lavoratori che porta i nomi dell’ancora “onorevole” Treu e del defunto “professor” Biagi formano un tutt’uno con lo stillicidio di morti e feriti sul lavoro e con le malattie professionali. Tra licenziamenti, casse integrazioni, mancato turn over e pensionamenti anticipati diminuisce il numero dei lavoratori addetti ai lavori manuali, ma non diminuisce il numero dei morti e dei feriti, perché i padroni aumentano lo sfruttamento di quelli che restano.

Chiusura di aziende, ristrutturazioni, delocalizzazioni, esternalizzazioni e privatizzazioni vanno di pari passo con aumento dello sfruttamento e della precarietà, aumento dei ritmi di lavoro e dell’arbitrio padronale, minaccia di licenziamento, riduzione dei salari reali, malattie professionali, inquinamento ambientale. I privilegi dei capitalisti, del clero e degli altri ricchi sono frutto del sudore, della salute e del sangue dei lavoratori. Gli assassini dei lavoratori siedono al governo, in Parlamento, nei Consigli di Amministrazione, alla presidenza delle società finanziarie. Di fronte all’ondata di sdegno, oggi fingono di essere preoccupati e di correre ai ripari. Ma fino a ieri sostenevano l’innalzamento dell’età pensionabile, l’aumento del numero di ore straordinarie, i contratti a tempo determinato, il lavoro precario. Anche i più “sinistri” di loro dicevano che era spiacevole, ma non si poteva fare diversamente. Torneranno a farlo appena l’ondata di sdegno sarà passata. Torneranno a terrorizzare i lavoratori minacciando che se non accettano le loro infami condizioni, l’alternativa è la disoccupazione e la miseria. Nel mondo ci sono effettivamente disperati disposti a lavorare anche per meno. La dignità e il benessere dei lavoratori sono affettivamente incompatibili con l’ordinamento sociale capitalista. Quanto maggiori sono il benessere e la dignità dei lavoratori, la sicurezza e la protezione dei lavoratori, la salvaguardia dell’ambiente, tanto minori sono i profitti dei capitalisti. Le misure di sicurezza e di protezione, come i salari, per i capitalisti sono una spesa. Bisogna eliminare l’ordinamento sociale capitalista. Bisogna instaurare il socialismo. Bisogna ricreare un movimento comunista potente e deciso a farla finita con i capitalisti.

Il rimedio ai mali del presente, quello che occorre per invertire l’attuale corso delle cose è la rinascita del movimento comunista.

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi. I lavoratori e le masse popolari sono in grado di difendere quanto resta delle conquiste che nel passato avevano strappato alla borghesia e al clero. Sono anche in grado di allargare nuovamente quelle conquiste. Certo che esse sono incompatibili con il corso attuale delle cose, con la globalizzazione e con le “leggi naturali” dell’economia capitalista. Certo che il benessere dei lavoratori e la loro partecipazione al patrimonio culturale, alla ricchezza e alla direzione della società sono incompatibili col capitalismo. Ma erano incompatibili anche quando i lavoratori strapparono le conquiste che ora la borghesia cancella una dopo l’altra. Si tratta di imporre nuovamente alla borghesia tutto quello che le avevamo imposto nel passato e anche più. È del tutto possibile oggi, come lo fu ieri. Ma per riuscirci, bisogna che in Italia e nel mondo rinasca un movimento comunista potente. Bisogna che i lavoratori e le masse popolari del nostro paese si organizzino e si uniscano con quelli degli altri paesi per ricostruire un movimento comunista potente.

Il movimento comunista è l’insieme dei lavoratori organizzati che lottano per instaurare un nuovo ordinamento sociale. Quale ordinamento sociale? Il socialismo, facendo tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti.

Un ordinamento sociale in cui le aziende non sono create dai capitalisti per aumentare i loro capitali. Ma sono istituzioni create per produrre beni e servizi necessari e utili per la popolazione. Ogni azienda è un collettivo di lavoratori incaricato di produrre determinati beni e servizi e riceve dalle altre aziende quello che è necessario per farlo.

Un ordinamento sociale in cui la direzione della società, tutto il potere è nelle mani dei collettivi aziendali e territoriali dei lavoratori e le istituzioni regionali, nazionali e internazionali sono composte da loro delegati revocabili e che hanno un reddito eguale a quello dei lavoratori specializzati.

Un ordinamento sociale in cui ogni individuo compie la sua parte del lavoro necessario alla vita e alla prosperità di tutti, partecipa secondo le sue capacità al patrimonio culturale e alla direzione della società e usufruisce secondo i suoi bisogni delle risorse della società.

Il partito comunista è l’organizzazione di quanti oggi lottano per mobilitare e organizzare i lavoratori e il resto delle masse popolari, perché creino le condizioni necessarie per instaurare questo ordinamento sociale, far fronte alla repressione con cui le autorità borghesi cercano di soffocare questa mobilitazione, difendere quanto resta delle conquiste e migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Oggi il partito comunista è la parte centrale, principale del movimento comunista, il promotore della sua rinascita.

Rinascita del movimento comunista vuol dire organizzarsi e ricreare quella rete di organizzazioni politiche, sindacali, culturali, economiche, ecc. che già i lavoratori del nostro paese avevano creato dopo la Resistenza e che la direzione della sinistra borghese ha un po’ alla volta corroso, corrotto e dissolto. Oggi siamo forti della lezione del passato. Sappiamo che accettare la direzione della sinistra borghese, limitarsi cioè alle conquiste che riusciamo a imporre ai padroni lasciando a loro la direzione della società e la proprietà delle sue risorse, vorrebbe dire mettere nuovamente il movimento comunista sulla via della crisi. Non lo faremo mai più!

I morti e feriti sul lavoro non sono una fatalità, frutto del caso. Gli interessi degli operai e del resto delle masse popolari sono incompatibili con gli interessi della borghesia, del clero e delle altre classi privilegiate. Non si tratta di una divergenza di opinioni o morale. Si tratta di interessi opposti. A parità di altre condizioni, se il reddito dei lavoratori aumenta, il profitto e le rendite dei padroni, del clero e degli altri ricchi diminuiscono. Se la sicurezza e la protezione dei lavoratori migliorano, i profitti dei padroni diminuiscono. Se la salvaguardia dell’ambiente aumenta, i profitti e le rendite dei capitalisti, del clero e degli altri ricchi diminuiscono. Quanto più potere hanno i lavoratori, tanto meno ne hanno i padroni, il clero e gli altri ricchi. I lavoratori sono tanto più liberi quanto meno lo sono i padroni, il clero e le altre classi privilegiate. Alla lunga o prevalgono gli uni o prevalgono gli altri. La borghesia, il clero e le altre classi privilegiate sfruttano i lavoratori e il resto delle masse popolari grazie alla proprietà delle risorse naturali e del capitale che si sono arrogati e al potere politico e al prestigio sociale di cui godono. Non abbandoneranno mai i loro privilegi se non vi saranno costretti. Cercheranno con ogni mezzo di riprendersi quello che sono costretti a cedere. Il movimento comunista rinasce ricco di questa lezione che ha duramente pagato. Il nuovo movimento comunista è il potere dei lavoratori e del resto delle masse popolari che si costituisce nella società per rovesciarne l’attuale ordinamento sociale. La rinascita del movimento comunista è la prima fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che rovescerà l’attuale potere, instaurerà il nuovo potere dei lavoratori e costruirà il nuovo ordinamento sociale.

La rinascita del movimento comunista è la strada per uscire dal marasma della società attuale. Organizzarsi per lottare per la rinascita del movimento comunista è il modo migliore di vendicare gli operai uccisi dai capitalisti e dalle loro leggi infami. La rinascita del movimento comunista è una strada realista, possibile. È l’unica strada realista. È la strada necessaria.

La rinascita del movimento comunista è l’unica via praticabile per la quale le masse popolari possono uscire dal marasma in cui la borghesia imperialista sprofonda ogni giorno più l’umanità intera. Questo marasma non è il frutto degli errori o della cattiveria di questo o quell’uomo politico. Al contrario, la vigliaccheria con cui i nuovi fascisti attaccano gli immigrati e le donne, l’accanimento antioperaio dei politicanti e la loro assidua opera per incrementare lo sfruttamento, ridurre i servizi, aumentare l’orario di lavoro, rendere precario il lavoro sono il risultato della crisi dell’ordinamento sociale borghese. Sono i tentativi e le mosse inconsulte dei suoi caporioni e difensori per prolungarne l’esistenza. Quello che colpisce le masse popolari del nostro paese non è che la manifestazione particolare, nazionale di quello che sta avvenendo in tutti i paesi imperialisti, nei paesi più ricchi e avanzati del mondo. La regressione economica, culturale, intellettuale, morale e politica che ogni giorno più scende come una nube nera da un capo all’altro del nostro paese, lo sfruttamento e la persecuzione che colpiscono in particolare le donne e i giovani, l’accanimento e la mobilitazione razzista contro gli immigrati poveri, l’inquinamento e la devastazione dell’ambiente, l’aumento dei ritmi e degli orari di lavoro, la cancellazione dei diritti dei lavoratori, insomma tutto ciò che rende ogni giorno più difficile e amara la vita della grande maggioranza della popolazione del nostro paese, non è che la manifestazione nazionale di quello che sta avvenendo in tutti i paesi imperialisti. La ricchezza, il lusso e lo spreco crescenti per una minoranza a un estremo della scala sociale e all’altro estremo la degradazione e l’emarginazione per la maggioranza. Nessuna spesa e nessun lusso è mai troppo per i caporioni della borghesia imperialista e del clero e per gli altri ricchi. Non mancano mai soldi per partecipare alle criminali aggressioni e al saccheggio dei paesi oppressi. Dall’altra parte la borghesia grida che non ci sono più i soldi neanche per finanziare i servizi sociali e per soddisfare i bisogni elementari delle masse popolari che fino a ieri in qualche modo venivano soddisfatti. I salari reali diminuiscono, le spese necessarie per una vita minimamente dignitosa aumentano, la vita delle masse popolari dipende dagli speculatori delle banche, del petrolio, delle derrate alimentari, delle materie prime, dai monopolisti dell’industria, del commercio e dei trasporti. La cultura, l’istruzione e l’informazione sono asserviti a loro. “Uno destinato a fare lo spazzino, basta che impari a spazzare bene”: questa è la filosofia delle riforme scolastiche della Moratti (banda Berlusconi) e dei suoi successori (circo Prodi). Intascano una parte crescente del reddito nazionale, pagano meno imposte allo Stato e poi gridano che lo Stato non ha abbastanza soldi per far fronte ai compiti che nei decenni passati lo avevamo costretto ad assumersi. I governi della borghesia dichiarano di non poter far fronte a quello di cui li avevamo costretti a occuparsi (pensioni, salari decenti, assistenza sanitaria, sicurezza, case, istruzione, ricerca, trasporti, ecc.), mentre il lusso, lo spreco e il superfluo dilagano. La dottrina sociale della borghesia ora è che bisogna tagliare la spesa pubblica e che i capitalisti privatamente, le loro banche e le loro aziende provvederanno a quello a cui lo Stato non può più provvedere, ma alle loro nuove condizioni. Le pensioni che lo Stato non può pagare perché “i vecchi diventano troppi e campano troppo a lungo”, le assicurazioni e i fondi pensione assicurano che loro le pagheranno a condizione che voi oggi consegnate loro i vostri soldi. L’assistenza sanitaria il Servizio Sanitario Nazionale non la può più assicurare, ma ve la forniranno le assicurazioni private, se pagate. Privatizzare e mettere nuovamente le cose nelle mani dei capitalisti. A questo si riducono tutta la scienza economica e tutta la politica economica dei Padoa Schioppa e dei Prodi. Anche l’allarme per la devastazione dell’ambiente, nelle loro mani diventa solo pretesto per introdurre ticket, rincari, tariffe, divieti, nuove costrizioni e restrizioni per i lavoratori: tutte misure che, se le accettiamo, rendono i ricchi più liberi di inquinare a loro piacimento. Già oggi pochi ricchi con i loro sprechi, i loro jet personali, i loro yacht, ecc. inquinano come milioni di lavoratori. Le loro attività militari sono una delle maggiori fonti di inquinamento. Per chi si oppone a questo corso delle cose, c’è la repressione: procedimenti giudiziari, perquisizioni, sequestri, arresti preventivi, condanne, multe, prigione. I procedimenti giudiziari, le perquisizioni, le condanne che colpiscono i comunisti, i sindacalisti onesti, gli operai avanzati (da Pomigliano a Melfi, a Padova), i promotori dei comitati di resistenza (No Dal Molin, No TAV, No agli inceneritori e alle discariche, ecc.), la caccia ai comunisti lanciata nei sindacati di regime da Epifani e dai suoi complici, la preparazione della guerra civile che traspare dalla feroce repressione delle manifestazioni contro il G8 di Genova (2001) e dalla gestione delle commedie giudiziarie in corso, confermano che solo un nuovo potente movimento comunista può liberare il nostro paese dal marciume e dalla delinquenza padronali e clericali e portarlo a collaborare con quanti nel resto del mondo lottano per lo stesso obiettivo.

Il corso delle cose che la destra borghese (da Berlusconi a Veltroni) proclama, difende e promuove sfrontatamente con la benedizione del Papa e della sua Chiesa, è un presente di oppressione, guerra, emarginazione, precarietà e criminalità che prepara un futuro ancora peggiore. A questo corso delle cose la sinistra borghese (da Bertinotti a Mussi) oppone solo lamenti, denunce e pie aspirazioni. Alle masse popolari propone solo di votare, di fare da claque e manifestare a sostegno delle carriere parlamentari, governative e istituzionali dei suoi esponenti. È questo che la sinistra borghese cerca di perpetuare con i tentativi di aggregazione di questi giorni.

La lotta per difendere ed ampliare le conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia nel secolo scorso, la lotta per impedire al governo Prodi-D’Alema-Bertinotti di realizzare il Programma Comune della borghesia imperialista che le masse popolari hanno impedito al governo Berlusconi-Bossi-Fini di realizzare possono essere vittoriose solo se si combinano con la lotta per la rinascita del movimento comunista e per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

È questo l’impegno che i comunisti assumono di fronte agli operai caduti che i capitalisti, il clero e gli altri ricchi hanno sacrificato ai loro profitti e alle loro rendite.

 

Fare di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo!

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo!

 

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!