Comunicato CP - 1° gennaio 2009

01.09 - Che il nuovo anno sia l’anno dell’instaurazione nel nostro paese di un governo di Blocco Popolare che ponga fine alla crisi!

sabato 3 gennaio 2009.
 

(PNG) Che il nuovo anno sia l’anno in cui la seconda ondata della rivoluzione proletaria e la rinascita del movimento comunista fanno un balzo in avanti in tutto il mondo!

 

Noi possiamo fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione socialista che avanza in tutto il mondo!

 

Non c’è niente di fatale nella storia dell’umanità!

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Il testo del comunicato
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La storia dell’umanità l’hanno fatta e la fanno gli uomini stessi!
Solo che essi non la fanno agendo arbitrariamente. Come ogni fenomeno, anche la storia della società umana si svolge secondo leggi sue proprie. Per non essere schiavi inconsapevoli di queste leggi, gli uomini devono scoprirle e applicarle. Sono queste leggi che costituiscono il marxismo-leninismo-maoismo, la concezione comunista del mondo!

 

La borghesia e il clero cercano con ogni mezzo di soffocare in noi la fiducia che possiamo conoscere la verità, la fiducia che possiamo cambiare il mondo in conformità alle nostre migliori aspirazioni, ai nostri migliori sentimenti e alle nostre concezioni più avanzate, la convinzione che possiamo vincere e la determinazione a combattere fino alla vittoria!

 

Impariamo dall’eroico popolo palestinese!
L’eroico popolo palestinese dimostra alle masse popolari di tutto il mondo che finché conserva e alimenta la fiducia che può vincere, i sionisti d’Israele e i loro mandanti e complici, gli imperialisti americani ed europei e il Vaticano, non riescono a vincere per quanto potenti siano le armi di cui dispongono e per quanto feroci e barbari essi siano: i sionisti d’Israele faranno la fine dei nazisti di Hitler e dei fascisti di Mussolini!

 

La vittoria del movimento comunista si avvicina. Il capitalismo, le classi e le forze che lo impersonano, la borghesia imperialista, il Vaticano e le altre classi e forze reazionarie vanno verso la loro fine. La forza decisiva della nostra vittoria è la nostra determinazione a resistere a qualsiasi costo, a trarre insegnamenti dalla esperienza nostra e delle altre forze rivoluzionarie e a combattere fino alla vittoria. È questo che la borghesia imperialista, il clero e le altre forze reazionarie cercano anzitutto di impedire che si diffonda tra le masse popolari.

Nell’anno 2008 è iniziata in tutto il mondo la fase terminale della seconda crisi generale del capitalismo. Sarà la fase in cui la seconda ondata della rivoluzione proletaria si dispiegherà in tutto il mondo e condurrà il capitalismo al suo definitivo tramonto.

La seconda crisi generale del capitalismo caratterizza la storia mondiale dalla metà degli anni ’70 in qua. Si tratta di una crisi economica, politica e culturale determinata dalla sovrapproduzione assoluta di capitale. Nei trent’anni intercorsi tra la fine della prima crisi generale del capitalismo negli anni ’40 e la metà degli anni ’70, i capitalisti avevano nuovamente accumulato tanto capitale che non riuscivano più a valorizzarlo tutto facendo produrre ai lavoratori beni e servizi.

Per alcuni anni i capitalisti hanno fatto fronte alla sovrapproduzione di capitale deviando una parte crescente del loro nuovo capitale nelle attività finanziarie e nella speculazione. Per alcuni anni le attività finanziarie, la speculazione e la ricolonizzazione dei paesi oppressi e degli ex paesi socialisti hanno permesso ai capitalisti di ritardare la paralisi delle attività produttive di beni e servizi e di contenere la nuova crisi generale del loro ordinamento sociale. L’anno scorso questa terapia ha raggiunto il massimo dei suoi effetti e ha esaurito la sua efficacia. È emersa alla luce del sole la putrefazione dell’ordinamento sociale che quella terapia ha mantenuto in vita: la seconda crisi generale del capitalismo è entrata nella sua fase terminale.

 

Le speranze che la borghesia imperialista e il clero ripongono nell’elezione di Barack Hussein Obama alla presidenza USA sono un’illusione e un imbroglio per distoglierci dalla lotta per instaurare il socialismo. Le loro speranze non hanno alcun fondamento. La borghesia imperialista e il clero sono ridotti a sperare nei miracoli che dovrebbe fare Barack Obama. Questo conferma che sia nelle classi dominanti sia una gran parte delle masse popolari è diffusa la coscienza che le cose non possono più continuare come sono andate finora. Il mondo deve cambiare e cambierà. La strada attraverso cui cambierà dipende da noi.

Molti borghesi paragonano la presidenza Obama alla presidenza Roosevelt (eletto nel novembre 1932) e alla presidenza Kennedy (eletto nel novembre 1960). Ma l’esperienza della presidenza Roosevelt e quella della presidenza Kennedy mostrano proprio il contrario di quello che la borghesia imperialista e il Vaticano vogliono far credere.

Quando iniziò la presidenza Roosevelt, la prima crisi generale del capitalismo era già nella sua fase terminale e una decina di anni dopo essa ebbe effettivamente fine. Ad essa però posero fine non le iniziative di Roosevelt e del suo New Deal, ma le distruzioni di uomini e di cose prodotte dalla seconda guerra mondiale scatenata nel 1939 dalla borghesia imperialista e lo sviluppo in tutto il mondo della rivoluzione proletaria.

Durante la prima guerra mondiale sulle ceneri dell’impero zarista era sorta l’Unione Sovietica, il primo paese socialista. Alla fine della seconda guerra mondiale sorse la Repubblica Popolare Cinese e in tutto il mondo il movimento comunista animava e dava forme concrete al progresso dell’umanità.

Negli anni ’50 la borghesia e le altre classi dominanti erano terrorizzate dall’avanzata trionfale del movimento comunista. Alla maggior parte dei loro membri l’avanzata del movimento comunista sembrava inarrestabile. L’Unione Sovietica, la Resistenza e il movimento comunista erano venuti a capo dei nazisti di Hitler e dei fascisti di Mussolini in cui la borghesia imperialista e il Vaticano avevano riposto tante speranze. Un terzo dell’umanità viveva già nei paesi del campo socialista. L’Unione Sovietica aveva mostrato che i paesi socialisti progredivano velocemente in ogni campo. I popoli di tutte le colonie della borghesia imperialista erano in rivolta. In tutti i paesi imperialisti il movimento comunista era diventato una forza politica determinante: la borghesia e il clero dovevano impiegare tutte le loro risorse e tendere le loro forze per contrastarlo. Gli USA e le altre potenze imperialiste non solo non erano riuscite a vincere la guerra di Corea, ma subivano cocenti sconfitte in Vietnam. L’avanzata del movimento comunista aveva già raggiunto anche l’America Latina con la vittoria, giusto 50 anni fa, della rivoluzione a Cuba.

La presidenza Kennedy sintetizzò lo sforzo della borghesia imperialista, appoggiata dal Vaticano con la sua Chiesa Cattolica e da gran parte delle forze reazionarie, per riprendere l’iniziativa di fronte alla trionfale avanzata del movimento comunista.

John F. Kennedy rimase alla testa degli USA meno di tre anni. Entrato in carica nel gennaio 1961, nel novembre 1963 venne eliminato dalla congiura di alcuni membri delle classi dominanti contrari ai suoi piani che ledevano i loro particolari interessi. Ma apparentemente l’impresa promossa dalla presidenza Kennedy ha avuto successo: la trionfale avanzata del movimento comunista si è arrestata.

Ma perché si è arrestata? Per dare un indirizzo giusto alla nostra attività dobbiamo dare a questa domanda una risposta esauriente corrispondente alla realtà. La borghesia imperialista, il clero e le altre classi reazionarie diffondono risposte campate in aria perché hanno interesse a deviare su binari morti l’attività delle masse popolari. Molti loro esponenti si cullano in illusioni. Ma non si tratta di una questione accademica su cui ognuno può dire la sua senza conseguenze. Si tratta di una domanda che ha grande importanza pratica. Chi si accontenta o si illude con frasi fatte e con risposte campate in aria, ne pagherà le conseguenze.

La verità è che non sono state né le iniziative messe in moto dalla presidenza Kennedy né la politica di Giovanni XXIII ad arrestare la trionfale avanzata del movimento comunista. Lo slancio del movimento comunista si è smorzato a causa di errori e soprattutto dei limiti del movimento comunista stesso. È a causa di questi che il movimento comunista è entrato in una fase di disgregazione e ha subito numerose sconfitte, fino alla dissoluzione di gran parte dei partiti comunisti e al crollo del campo socialista alla fine degli anni ’80.

 

Non sono Roosevelt e Kennedy che hanno fatto la storia del secolo ventesimo. L’hanno fatta le masse popolari animate e guidate dal movimento comunista. Quello che la borghesia, il clero, le altre classi reazionarie e gli intellettuali loro succubi non capiscono, è che il progresso dell’umanità oramai dipende dallo sviluppo del movimento comunista. Gli sforzi della borghesia, del clero e delle altre classi reazionarie ostacolano e rallentano il corso delle cose, rendono più difficile e doloroso l’avvento del nuovo mondo, ma non sono in grado di aprire all’umanità una via di progresso alternativa al comunismo: quindi sono destinati alla sconfitta. La forza principale della borghesia, del clero e delle altre classi reazionarie sta nella tradizione di rassegnazione e di passività in cui esse hanno tenuto ed educato le masse popolari, nella naturale difficoltà che gli uomini incontrano nell’imparare cose nuove e nell’assumere una condotta superiore, nella sfiducia nella vittoria ancora diffusa tra le masse popolari e che le forze reazionarie ovviamente alimentano in ogni modo. Gli sforzi della borghesia, del clero e delle altre classi reazionarie sono oramai solo controtendenze, rispetto alla tendenza principale. L’umanità non può più progredire nel quadro del capitalismo, per quanto complicata e contrastata sia l’avanzata del movimento comunista. Il passaggio dell’umanità al comunismo è una impresa nuova e come tutte le imprese nuove è esposta ad errori e a sconfitte. Gli uomini avanzano imparando dalla propria esperienza, dai propri successi e dai propri errori, dalle sconfitte e dalle vittorie.

Tutti gli sforzi di interpretare gli avvenimenti contemporanei e più ancora tutti gli sforzi di guidarli prescindendo da questo dato, sono fallimentari. Solo il movimento comunista apre all’umanità un avvenire di progresso, che si giova di tutte le conquiste che essa ha compiuto nei millenni della sua storia, come presupposti su cui sviluppare il proprio luminoso futuro.

 

A causa dei limiti del movimento comunista, la borghesia, il clero e le altre classi reazionarie sono riuscite a venir a capo della prima ondata della rivoluzione proletaria. Ma proprio la loro vittoria ha confermato che il loro tempo è finito.

Momentaneamente avevano vinto, ma nel giro di pochi anni hanno riportato l’umanità nelle condizioni da cui aveva preso avvio la prima ondata della rivoluzione proletaria. Solo che ora le barriere tra paesi e continenti sono minori, il numero di paesi coinvolti nella crisi del capitalismo è più alto, negli ex paesi socialisti le masse popolari conservano relazioni, coscienza e strutture che faciliteranno l’uscita dalla crisi attuale, in tutto il mondo la coscienza e l’esperienza di organizzazione e di lotta delle masse popolari sono enormemente più avanzate di quanto lo fossero all’inizio della prima ondata della rivoluzione proletaria, il movimento comunista ha imparato dalla sconfitta subita nella seconda parte del secolo scorso ed ora è armato di una scienza superiore: il marxismo-leninismo-maoismo.

 

Papa Ratzinger si lagna e impreca contro gli uomini che non obbediscono più ai suoi ordini, che vogliono decidere essi stessi la loro vita, che vogliono porre così fine a una lunga storia di divisione della società in classi sociali, di barbarie, di sottomissione e di sfruttamento, che vogliono diventare costruttori consapevoli del proprio futuro. Le sue lagne e le sue imprecazioni non cambieranno il corso delle cose. Ma la forza politica e morale e le risorse materiali e intellettuali di cui ancora dispongono il Vaticano e la sua Chiesa, i gruppi imperialisti e le altre classi reazionarie, sono un ostacolo che il movimento comunista può e deve superare per diventare capace di sviluppare pienamente le sue potenzialità e diventare definitivamente la guida della nuova via di progresso dell’umanità.

Le lagne e le imprecazioni di papa Ratzinger confermano che il capitalismo è alla fine della sua storia. Infatti l’avvento del comunismo comporta per sua natura che gli uomini facciano la loro storia in modo più consapevole di quanto l’abbiano mai fatta finora. Comporta che un numero crescente di uomini e di donne decidano consapevolmente quello che fanno della loro vita, anziché lasciarsi vivere, adattarsi più o meno spontaneamente a una delle strade che l’ordinamento sociale capitalista pone loro di fronte e limitarsi a far fronte giorno per giorno alle condizioni in cui si trovano oppure chiedersi perché dio li avrebbe messi al mondo come i preti li spingono a fare. Il comunismo sarà anche un livello superiore di coscienza e di condotta degli uomini che allontanerà ancora più la specie umana dalle altre specie animali.

 

La borghesia imperialista, il clero e le altre forze e classi reazionarie si avviano alla sconfitta definitiva in tutto il mondo. Travolte dal tramonto del loro ordinamento sociale esse si lanciano in imprese criminali che falliscono una dopo l’altra.

L’aggressione lanciata dai gruppi e paesi imperialisti, diretti dall’imperialismo USA, contro i paesi arabi e musulmani suscita un’opposizione crescente e incontra difficoltà insormontabili in Iraq, in Afghanistan, in Somalia, in Pakistan, ovunque.

La criminale rappresaglia lanciata sabato 27 dicembre dai sionisti d’Israele contro il popolo palestinese conferma che il popolo palestinese ha compiuto grandi progressi nella capacità di resistere all’occupazione della Palestina, l’ultima delle imprese coloniali compiute dalla borghesia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

L’avanzamento della rivoluzione di nuova democrazia in Nepal, i progressi compiuti dalle classi e dai popoli oppressi nella guerra popolare rivoluzionaria nelle Filippine, in India, in Perù e in altri paesi, il numero crescente di partiti comunisti che adottano il marxismo-leninismo-maoismo come loro teoria guida ed assumono la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata come loro strategia, confermano che la rinascita del movimento comunista è in corso in tutto il mondo.

La rivolta serpeggia negli USA e in Europa. Le lotte che hanno infiammato la Francia e la lotta in corso in Grecia sono prove della rivoluzione che avanza.

Nel nostro paese il Vaticano e la borghesia imperialista nell’anno che è appena terminato si sono disfatte del governo di centro-sinistra di Prodi-D’Alema-Bertinotti e sono ritornate al governo di destra della banda Berlusconi. Il risultato è che il Vaticano non ha più soluzioni di ricambio. La politica arrogante e criminale del nuovo governo Berlusconi ha già suscitato l’opposizione di vaste parti delle masse popolari. Il futuro è nelle nostre mani: dipende da quanto è giusta la linea che seguiamo, dalla nostra fiducia nella nostra causa, dalla nostra determinazione a combattere fino alla vittoria.

 

Possiamo uscire dalla crisi del capitalismo. Per questo bisogna che la direzione del paese sia presa in mano da un governo costituito dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni e associazioni popolari, cioè che sia presa in mano da un governo di Blocco Popolare!

Le organizzazioni operaie e popolari devono coalizzarsi,
prendere in mano il governo del paese,
assegnare ad ogni azienda compiti produttivi precisi secondo un piano nazionale, organizzare la distribuzione di beni e servizi alle aziende, alle famiglie e agli impieghi collettivi,
instaurare la collaborazione con i paesi le cui autorità saranno disponibili!

Nessuna azienda deve essere chiusa,
nessun lavoratore deve essere licenziato,
ad ogni adulto un lavoro utile,
ad ogni individuo una vita dignitosa!

È la sola maniera di sfuggire alla crisi del sistema capitalista, al caos, alla miseria, alla criminalità e alla guerra verso cui la borghesia ci sospinge!

Cacciamo il governo Berlusconi!
Instauriamo un governo di Blocco Popolare!

Instaurare un governo di Blocco Popolare è il modo più rapido di porre fine alla nuova crisi ed evitare distruzioni, sofferenze, delitti e guerre peggiori di quello che l’umanità ha visto finora.

È del tutto possibile porre fine alla crisi che attanaglia già una parte delle masse popolari e incombe come un incubo sulla parte non ancora colpita direttamente. Dipende solo da noi.

 

Quali sono le condizioni preliminari che dobbiamo creare per instaurare un governo di Blocco Popolare?

 

Le principali sono tre.

1. Propagandare l’obiettivo del governo di Blocco Popolare e spiegare in cosa consiste e i suoi compiti, fino a che la sua costituzione diventi la sintesi consapevole delle aspirazioni delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari e lo strumento per realizzarle.

2. Promuovere in ogni modo a ogni livello la moltiplicazione e il rafforzamento politico e organizzativo di organizzazioni operaie e di organizzazioni popolari.

3. Promuovere in ogni modo e ad ogni livello il coordinamento delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari. Per questa via esse costituiranno il nuovo governo, che sembrerà ad esse, alle masse popolari e perfino a una parte della borghesia l’unica via percorribile, l’unica via di salvezza, un passaggio inevitabile nell’emergenza della crisi: passaggio verso l’instaurazione del socialismo, secondo noi comunisti; misura straordinaria e provvisoria verso il ristabilimento delle condizioni di un “sano capitalismo”, secondo la borghesia di sinistra.

L’instaurazione del governo di Blocco Popolare si compirà sulla base di queste tre condizioni. Essa risponde alle esigenze immediate delle masse: le masse la asseconderanno se noi la promuoveremo in modo efficace. Contemporaneamente essa porta le masse a compiere l’esperienza politica di cui hanno bisogno per arrivare alla rivoluzione socialista. Essa sarà su larga scala la scuola pratica, intellettuale e morale di comunismo che le masse popolari hanno bisogno di compiere e aprirà la strada all’instaurazione del socialismo.

 

Dipende solo da noi creare le tre condizioni principali per instaurare un governo di Blocco Popolare. Dipende solo da noi superare gli ostacoli per creare queste tre condizioni. Dipende da noi quanto tempo ci vorrà per crearle.

Una volta create queste condizioni, saremo in grado di vincere l’opposizione della borghesia, del clero e dei ricchi alla instaurazione di un governo di Blocco Popolare per accanita, ostinata, aperta o subdola, crudele e furiosa che essa sia.

Per grandi che siano le lotte e le sofferenze che dovremo affrontare, saranno sempre meno dolorose di quelle verso cui ci conducono la borghesia, il clero e i ricchi. E i risultati che otterremo cambieranno definitivamente in meglio il corso della storia.

 

Noi non siamo soli nel compiere l’impresa che dobbiamo compiere per porre fine alla crisi. In tutto il mondo, in ogni paese, la crisi che avanza unifica di fatto in un fronte unico tutte le forze che lottano contro l’imperialismo, il capitalismo e le altre classi reazionarie. Maggiore sarà l’attività nostra e delle altre forze rivoluzionarie, più facilmente e rapidamente arriveremo a trasformare l’unità di fatto, in una unità consapevole e organizzata, ben più efficace e potente dell’unità di fatto.

L’esempio di come il nostro paese sfugge al disastro della crisi del capitalismo che attanaglia tutti i popoli, spingerà certamente gli operai e le masse popolari di altri paesi a fare come noi, se non l’avranno già fatto prima di noi. Questo indebolirà anche le azioni aggressive con cui gli Stati e i gruppi imperialisti cercheranno di soffocare il nuovo sistema, in combutta con la borghesia imperialista italiana, il Vaticano e le Organizzazioni Criminali del nostro paese.

La nostra proposta è del tutto realistica. Essa richiede solo la volontà e l’unità delle organizzazioni operaie e popolari. Non c’è via più rapida e meno dolorosa e meno distruttiva per uscire dalla crisi del capitalismo. La proposta che noi propagandiamo e per cui promuoviamo l’organizzazione adeguata, si imporrà con l’evidenza delle cose, contro le mistificazioni, le calunnie, l’intossicazione e le manovre aperte o subdole della borghesia imperialista, del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali e dei gruppi e Stati imperialisti stranieri.

 

Instaurare un governo di Blocco Popolare dipende solo da noi.

Noi possiamo vincere ogni ostacolo e superare ogni difficoltà. Basta che li affrontiamo nel modo dovuto.

Il (nuovo)Partito comunista si appella a tutti i compagni, a tutti gli operai avanzati e agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari, a tutti coloro che si dichiarano comunisti e vogliono esserlo, a tutti i sinceri democratici, a tutti coloro che vogliono trovare una soluzione, positiva per la masse popolari, di uscita dal marasma attuale, perché si mobilitino, si organizzino, costituiscano organismi ad ogni livello e in ogni azienda, in ogni caseggiato, in ogni quartiere, in ogni paese. Perché formino coordinamenti in ogni settore d’attività, in ogni città, provincia e regione! Perché si uniscano nelle strutture che sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano promuovono la lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese e dare il nostro contributo alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

Il (nuovo)Partito comunista si appella ai lavoratori, alle donne e ai giovani più decisi e più generosi perché si arruolino nelle strutture clandestine del (nuovo)PCI.

Il (nuovo)PCI è e deve essere clandestino perché l’esperienza ha dimostrato che per operare con libertà e svolgere con continuità il suo compito, quali che siano le misure che la borghesia prende per impedirlo, il partito comunista deve essere clandestino. La clandestinità del Partito è una garanzia di libertà, di autonomia ideologica, politica e organizzativa dalla borghesia e di continuità per tutto il movimento comunista, anche per le sue organizzazioni e le sue attività pubbliche. Dalla clandestinità, con la sua struttura centrale e con i suoi Comitati di Partito costituiti nelle aziende e territorialmente, il Partito promuove e sostiene la rinascita del movimento comunista e la costituzione del Nuovo Potere delle masse popolari. Promuove, favorisce e sostiene la costruzione di una rete sempre più fitta di organizzazioni di massa e di partito che si contrappone al potere della borghesia, del clero e dei ricchi in genere che a loro volta fanno capo allo Stato e alla Corte Pontificia.

Che tutti quelli che sono già convinti che questa è la via d’uscita dalla crisi del capitalismo, si uniscano, si organizzino e la propagandino, in primo luogo tra gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari!

Un governo di Blocco Popolare formato e sostenuto dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari sparse nel territorio, deve prendere in mano il paese!

Le grandi aziende non devono più essere dei padroni!
Le grandi aziende devono essere dei lavoratori e del loro nuovo Stato!
Alle piccole aziende il governo di Blocco Popolare affiderà commesse perché producano quanto necessario e assegnerà loro tutti i rifornimenti di cui hanno bisogno!
Le aziende non devono più produrre profitti! Devono produrre beni e servizi per chi lavora! Tutta la società deve essere riorganizzata in conformità con questa nuova base!

L’“onda anomala” del movimento studentesco e le giuste lotte dei lavoratori dell’Alitalia contro Berlusconi il reazionario e Colaninno lo speculatore, indicano alle masse popolari la strada da seguire per uscire dal marasma economico, politico, sociale, intellettuale, morale e ambientale in cui la borghesia imperialista, il clero e gli altri ricchi e notabili ci hanno gettato e in cui ogni giorno più ci affondano!

Compagni, operai, proletari, donne e giovani: arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano!

Partecipate e fate partecipare i vostri compagni di lavoro alla campagna di propaganda del socialismo, allo studio e al dibattito sul Manifesto Programma del (n)PCI!

Partecipate alla campagna di organizzazione del Partito, costituendo in ogni azienda, in ogni zona e in ogni organizzazione di massa un Comitato di Partito!