Solidarietà con i comunisti turchi colpiti dalla repressione dello Stato

Comunicato del 20 settembre 2006
Commissione Provvisoria del CC del (n)PCI
lunedì 25 settembre 2006.
 

prossimamente la versone in italiano di questo comunicato


(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net

Email: lavocenpci40@yahoo.com

Delegazione: BP3 4, rue Lénine 93451 L’Île St Denis (Francia)


Communiqué

Le (nouveau)Parti communiste italien soutient toutes les démarches possibles contre la violente répression politique exercée par l’Etat turc. Nous unissons notre voix à celles qui dénoncent toutes les formes des répressions politiques. Nous exhortons tous les communistes et les sincères démocrates à protester contre cette répression des libertés d’expression !

Nous dénonçons l’arrestation des journalistes de l’hebdomadaire ATILIM et de Radio OZGUR, comme l’exemple éclairant du véritable visage de l’Etat turc.

L’Etat turc, comme toutes les pseudo démocraties emprunte aux modèles des Etats impérialistes (l’ensemble des Etats prétendant former la civilité supérieure), utilise tout l’arsenal antidémocratique mis à disposition par l’expérience répressive des autres Etats « démocratiques » :

les lois antiterroristes inspirées par les Etats agresseurs du Moyen Orient ;

les prisons de tipe F conçues par la machine répressive de l’Etat italien ;

les tortionnaires issus des écoles françaises et des Etat-Unis ; etc.

Nous avons été informés de l’arrestation des 23 militants, sans le respect d’aucun droit.

Ces militants sont frappés par l’action répressive pour empêcher que leur voix ne gêne la manœuvre antipopulaire des gouvernements turcs.

Les (nouveau)Parti communiste italien exprime son soutien aux militants incarcérés, à leurs familles et aux organisations frappé da la répression politique de l’Etat turc !

La solidarité est une arme, utilisons cette arme !

Nous protestons contre cette vague d’arrestations et invitions toutes les forces politiques progressistes, démocratiques et révolutionnaires à envoyer des messages de protestation aux adresses suivantes :

Ministre de l’Intérieur Abdulkadir Aksu, E-Mail: aaksu@icisleri.gov.tr

Premier Ministre Tayyip Erdoğan, E-Mail: bimer@basbakanlik.gov.tr

Amministration de la police antiterrorisme TEL: 0090 212 636 12 15, Fax: 0090 212 636 28 71

Siège de la Police d’Istanbul: Tel: 0090 212 635 00 00

(S’ils vous plaît, envoyer une copie de votre courriel à : varyos@ttnet.net.tr ou une copie du votre fax au: 0090 212 633 46 13)

20 septembre 2006


Dossier sulla repressione politica in Turchia

Il nostro redattore capo sotto custodia

Il terrore poliziesco aumenta mentre il governo passa il decreto per l’invio di truppe in Libano. Il redattore capo del nostro giornale Ibrahim Cicek, insieme al nostro vice redattore capo, Sedat Senoglu sono stati arrestati dalla polizia.

23 rivoluzionari sono stati arrestati in totale in diverse città della Turchia, con l’accusa di essere membri del Partito comunista clandestino, l’MLKP. Gli arrestati includono uno degli articolisti del nostro giornale, Bayram Namaz, e il nostro ex redattore capo, Zija Ulusoy.

La polizia non ha fatto una vera e propria dichiarazione sugli arresti, così le loro famiglie sono preoccupate delle loro vite.

Il nostro redattore capo Ibrahim Cicek è stato arresta a Manisa mentre viaggiava in macchina.

Le persone arrestate sono conosciute per le loro attività socialiste e rivoluzionarie.

Il nostro giornale chiede la solidarietà internazionale di tutte le istituzioni progressiste, anti-imperialiste, socialiste, delle associazioni dei lavoratori, di partiti e di singoli.

Puoi spedire un fax o una e-mail di protesta a:

Ministro dell’Interno Abdulkadir Aksu, E-Mail: aaksu@icisleri.gov.tr

Primo ministro Tayyip Erdoğan, E-Mail: bimer@basbakanlik.gov.tr

Ufficio dell’amministrazione della polizia antiterrorista

TEL: 0090 212 636 12 15, Fax: 0090 212 636 28 71

Sede Polizia di Istanbul: Tel: 0090 212 635 00 00

(per favore inviate una copia della vostra e-mail a: varyos@ttnet.net.tr

... o una copia del tuo fax a: 0090 212 633 46 13)

Clicca qui per leggere l’articolo sul sito web:

http://www.atilim.org


23 rivoluzionari sono stati arrestati!

11 settembre 2006

Tra l’8 e il 9 settembre, 23 persone conosciute per la loro attività socialista e rivoluzionaria sono stati arrestati in varie città, inclusi Ibrahim Cicek, il capo redattore del settimanale socialista rivoluzionario, Sedat Senoglu il vice caporedattore, Bayram Namaz uno degli cronisti del giornale, Ziya Ulusoy l’ex capo redattore e Fusun Erdogan, il coordinatore capo di Radio Ozgur.

Mentre i detenuti sono trattenuti nel braccio antiterrorismo Vatan di Istanbul, i lavoratori del Atilim Newspaper hanno organizzato una conferenza stampa il 10 settembre a piazza Galatasaray a Istanbul. L’incontro è stato sostenuto anche da alcune organizzazioni rivoluzionarie e democratiche come l’Associazione per i diritti umani, la Piattaforma di solidarietà con i giornalisti imprigionati, l’ILPS, l’ESp, Partizan, Iscy Koylu Newspaper, l’Unione Sen dei tessili, il FHDD (l’associazione di solidarietà con il popolo palestinese), Disk/Limter Is Union, l’SGD e Radio Ozgur.

Nella conferenza stampa, presenziata da un centinaio di persone, insieme agli slogan del Atilim Newspaper e scritti sugli striscioni - Non siete forti da sconfiggerci! Ibrahim Cicek deve essere rilasciato! I detenuti devono essere rilasciati! - è stato detto: «Ieri il nostro capo redattore Ibrahim Cicek è stato arrestato mentre viaggiava su una macchina da cui aveva preso un passaggio da Manisa. Ora è stato portato al braccio antiterrorismo di Istanbul». È stato anche sottolineato che ai rivoluzionari detenuti, eccezione fatta per Ibrahim Cicek, non è permesso parlare con parenti e difensori.

I lavoratori di Atilim Newspaper - che hanno insistito sulla connessione tra l’offensiva, il “summit del terrore” organizzato dall’AKP (il Partito della giustizia e dello sviluppo) e i Generali, e con le nuove leggi antiterrorismo - hanno chiesto l’immediato rilascio dei compagni detenuti affermando «Non siete forti da sconfiggerci!».

L’avvocata Eren Keskin ha fatto un intervento nella conferenza stampa e ha sostenuto che Arzu Torun, insieme ad altre persone, è stato addirittura rapito dalla polizia all’aeroporto di Adana. Essa ha riportato che Torun ha chiesto aiuto mentre veniva “prelevato” gridando «chiamate il mio avvocato, Eren Keskin, vogliono farmi sparire!» ed ha aggiunto di essere stata informata dei fatti dai testimoni oculari.

Anche il rappresentante della Piattaforma di solidarietà ai difensori imprigionati (TGDP) è intervenuto chiedendo il rilascio immediato dei detenuti. Ha anche fatto appello per rilascio immediato alle istituzioni di stampa nazionali e internazionali e alle organizzazioni che si occupano di diritti umani.

Anche il Comitato internazionale contro le sparizioni (ICAD) ha lamentato le detenzioni e ha espresso la sua preoccupazione per la vita di Arzu Torun che è stato rapito dalla polizia. L’ICAD ha chiesto il rilascio di Arzu Torun e di tutti gli altri detenuti.

18 arresti contro le proteste anti-imperialiste

9 settembre 2006

il 6 settembre, il giorno che il segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan è venuto ad Ankara, le forze rivoluzionarie, che hanno riempito le strade di Ankara contro i colloqui Annan-Erdogan e la decisione del Parlamento del giorno precedente la visita di inviare truppe in Libano, hanno resistito barricata dopo barricata agli attacchi della polizia e 60 di loro sono stati arrestati. Questi sono comparsi di fronte alla corte dopo essere stati tenuti per due giorni al Dipartimento antiterrorismo.

Tra 35 persone che sono comparse in tribunale con l’accusa di “seminare paura e panico tra la gente in connessione con lo scopo e le strategie delle organizzazioni terroristiche”, 18 - che includono 6 attivisti dell’ESP (Piattaforma socialista degli oppressi) e dell’HOC (Fronte per i diritti e la libertà) - sono stati arrestati.

La dittatura fascista, che ha approvato l’invio di truppe in Libano, nonostante la resistenza delle organizzazioni democratiche e rivoluzionarie, e l’opposizione dell’85% della popolazione della Turchia e del Kurdistan del Nord, sta cercando di reprimere l’atmosfera creata dalla resistenza all’occupazione anche dopo l’approvazione del Parlamento. Ma le azioni organizzate contro gli arresti ad Istanbul ed Ankara hanno dimostrato che tutti questi attacchi non fermeranno i resistenti.

Clicca qui per leggere l’articolo sul nostro sito:

http://www.mlkp.info


La TMY avrà lo stesso destino!

La TMY (legge antiterrorismo) che è stata discussa per circa un anno, è passata il mese scorso in Parlamento ed è stata firmata dal presidente.

Mentre il fascismo colonialista turco si solleva di fronte alla lotta nazionale kurda, si sono rafforzate le dinamiche di sviluppo della lotta dei lavoratori dell’Occidente nonostante le leggi repressive neo-liberali. Per le classi dominanti, la TMY rappresenta l’inevitabile continuità dell’attacco cominciato con la provocazione della bandiera da parte della dittatura durante le manifestazioni di Newroz nel 2005. Ciò risponde alla necessità del regime di organizzare le sue basi legali secondo i bisogni dell’operazione. In questo periodo, la dittatura non ha esitato ad aumentare gli attacchi, in esercizio dell’applicazione della nuova legge. Raid sulle case, arresti e imprigionamenti di rivoluzionari in varie città: la polizia che spara sulla folla durante la sollevazione di Amed; torture, arresti e impossibilità per i detenuti di vedere e parlare con parenti e difensori; arresti, bandi e procedimenti giudiziari contro la stampa e i giornalisti, prima fra tutte la stampa kurda; arresto dei leader di Limter-Is Union sono i segni tangibili di ciò che si sta legalizzando con la TMY. Comunque non pochi disaccordi tra la cricca dominante e l’opposizione alla TMY hanno ritardato l’entrata in vigore della legge.

È stata la sollevazione kurda, estesasi da Semdinli ad Amed, a portare la classe dirigente all’unità di intenti. In questo periodo i generali hanno intensificato le loro iniziative. La borghesia, all’inizio attraverso il governo dell’AKP, la sua stampa e i partiti d’opposizione, ha raggiunto un accordo e parlato con una sola voce. Nonostante l’opposizione attiva di ampi settori sociali, dalle forze rivoluzionarie alle organizzazioni di massa democratiche e sindacali, dai giornalisti agli intellettuali, la TMY è passata.

Il reale contenuto dell’illusione di democratizzazione delle masse da dentro l’Unione europea, causata dalle leggi passate, una dopo l’altra, dal Parlamento e dall’AKP durante il suo governo - e che contengono alcuni cambiamenti dovuti ai raggiungimenti della lotta nazionale, rivoluzionaria e democratica kurda e ai conflitti interni alla classe dominante -, è uscito allo scoperto con la TMY.

Sebbene la nuova TMY non sia un “pacchetto d’integrazione all’UE”, è un “pacchetto integrato all’UE”. Perché è perfettamente in linea con il processo di reazione politica portato avanti dall’America e dagli imperialisti dell’UE dopo l’11 settembre ed è stata inspirata nei contenuti dalle leggi antiterrorismo promulgate in Gran Bretagna dopo gli attacchi alla metro di Londra. Questa legge ha la patente dell’Unione europea e l’approvazione degli USA. Il concetto di “antiterrorismo” è diventato così uno strumento per considerare legittimi tutti gli attacchi contro la classe operaia. Questa situazione fa delle leggi antiterrorismo un’agenda concreta per i lavoratori, per la lotta dei popoli oppressi e per la solidarietà internazionale.

La TMY legalizza lo sparare su una persona che non si è fermata all’alt della polizia, accorda credibilità ai rapporti delle spie la cui identità non è declassificata dal concetto di “detenzione preventiva”, pone limiti alle conversazioni detenuto-difensore, dà diritto alle forze di sicurezza di svolgere “controlli” anche per quei crimini che prevedono la massima pena. Libera cioè le mani per torture, contro-guerriglie e assassini.

Apre la strada al bando di partiti politici e organizzazioni di massa, ad attacchi arbitrari alla libertà di organizzazione dei lavoratori, all’arresto e detenzione arbitrari contro il diritto di assembramento e di protesta e spiana il terreno per più massicci attacchi alla stampa di opposizione, per prime quella rivoluzionaria e quella nazionalista kurda. Così, sotto la bandiera dell’antiterrorismo, definisce come crimini tutte le richieste democratiche, economiche e politiche dei lavoratori.

In Turchia e nel Kurdistan del Nord il movimento rivoluzionario, democratico e patriottico ha respinto o reso inefficaci le numerose leggi fasciste come la TMY ed ha sostituito la sua legittima lotta alle proibizioni fasciste.

Il destino della TMY non sarà diverso.

Clicca qui per leggere il Bollettino internazionale 48:

http://www.mlkp.info


Il terrore della TMY si intensifica

Lo stato di terrore, i cui margini legali sono stati ampliati dalla legge antiterrorismo TMY, ha cominciato a dimostrare se stesso dopo la sua approvazione in parlamento. La legge, che comporta la riduzione della libertà di parola, azione e organizzazione per i lavoratori, rende più facile la repressione e la censura della stampa d’opposizione, prima fra tutte quella kurda, e la soppressione di partiti politici e istituzioni democratiche. Dà alla polizia il diritto di sparare, apre la strada ad arresti arbitrari, prepara il terreno per l’aumento di torture nelle carceri rafforzando i tentativi della contro-guerriglia e dei torturatori.

La stampa nazionale kurda, che è tra i primi bersagli della legge, è stata subito colpita dal divieto di pubblicazione e distribuzione dei suoi quotidiani. Il 4 agosto il giornale “Ulkede Ozgur Gundem” è stato chiuso per 15 giorni con l’accusa di “fare tutti i giorni propaganda per le organizzazioni terroristiche”. La decisione è stata in seguito revocata grazie all’influenza di varie organizzazioni democratiche di massa e della stampa rivoluzionaria e in virtù della decisione presidenziale di rimandare la legge alla Corte costituzionale proprio a causa degli articoli che riguardano la stampa. Il giornale “Ulkede Ozgur Gundem”, chiamato ben 550 volte in tribunale, è stato spesso preso di mira dai generali e dalle istituzioni di governo. Anche il mensile “Ozgur Halk” è stato chiuso per un mese con simili pretesti.

Il 12 agosto la polizia ha sparato su due giovani ad Adana colpevoli di distribuire volantini sul 15 agosto, il giorno in cui il PKK ha cominciato la lotta armata. Mentre uno è stato colpito alle spalle, l’altro, il quindicenne Fevzi Abik, colpito alla testa è morto quattro giorni dopo. Così l’intervento fatto dal primo ministro Erdogan al tempo della sollevazione di Amed, «le forze di sicurezza faranno ciò che è necessario contro di loro anche se sono bambini o donne», mette in pratica quelli che sono i fondamenti della legge TMY. Il massacro di bambini durante la sollevazione è stato garantito legalmente dall’adozione della TMY. L’assassinio extragiudiziario del 12 agosto è solo il prodotto della legittimazione della violenza poliziesca e il riconoscimento della libertà di massacrare.

I direttori e i membri di Limter-Is Union, coloro che hanno protestato per i morti dovuti alle insicure condizioni di lavoro a Tuzla, distretto di Istanbul, e per le dismissioni, sono stati colpiti con attacchi della polizia e arresti. In più c’è un evidente aumento da quando la TMY è entrata in vigore di procedimenti giudiziari contro intellettuali, artisti e scrittori. La gente è sottoposta a posti di blocco e arbitrari controlli di identità alle conferenze stampa e agli incontri, cominciando dalle conferenze stampa organizzate per l’assassinio di Fevzi Abik. 60 persone sono state ad esempio poste sotto custodia dopo un raid della gendarmeria contro il campo estivo organizzato dal TAYAD e dopo vari tentativi di linciaggio da parte dei fascisti.

Alcune delle azioni in solidarietà ai palestinesi e al Libano hanno dovuto subire attacchi della polizia. Le tende di solidarietà aperte dall’ESP sono state attaccate per due giorni dalla polizia. Mentre le azioni organizzate per l’inizio della lotta armata del PKK sono state attaccate dal terrore poliziesco, si è sparato sui dimostranti del distretto Gazi di Istanbul. I partecipanti al campo estivo organizzato dall’EKD (associazione delle donne lavoratrici) sono stati arbitrariamente perquisiti per circa 8 ore col pretesto che ci fossero membri di organizzazioni terroristiche tra loro.

D’altro canto le organizzazioni rivoluzionarie, democratiche e patriottiche non sono rimaste in silenzio. Il giornale “Ulkede Ozgur Gundem” è stato difeso dal “Atilim Newspaper”, dall’ESP, dal SGD e dalle organizzazioni nazionaliste kurde che si sono occupati della distribuzione per le strade del giornale. La gente ha protestato per l’assassinio di Fevzi Abik organizzando conferenze stampa in varie città e chiedendo l’incriminazione dei responsabili.

Come è successo per la resistenza mostrata durante gli attacchi polizieschi che hanno sofferto l’ESP e il TAYAD e per le dimostrazioni di impegno da parte di Limter-Is Union - che riempie le strade in seguito ad ogni attacco ed arresto -, la resistenza di fatto alle norme della legge, la difesa della libertà di parola e d’azione nelle strade e l’invalidazione della legge in vigore, stanno dando un’importante dimensione alla lotta contro la TMY.

Clicca qui per leggere il Bollettino internazionale 49:

http://www.mlkp.info