La Voce 8

La questione del PCE(r)

venerdì 6 luglio 2001.
 

A partire dall’autunno del 2000 Arenas e alcuni altri esponenti del PCE(r), incuranti delle misure di intimidazione che il governo italiano di centro-sinistra stava prendendo proprio contro i CARC e la CP riesumando e potenziando il reato di associazione sovversiva introdotto dal fascismo, hanno iniziato una campagna di calunnie e di delazioni contro i CARC e la CP. L’ultimo segno di questa campagna di calunnie e di delazioni a noi noto è l’articolo pubblicato in Resistencia n. 54 (aprile ‘01). Per quanto la riguarda, la CP ha già smentito le calunnie e denunciato le delazioni con il Comunicato del 2 aprile e con il Comunicato La calunnia come arma della lotta politica diffuso in data 8 aprile. Benché ignobile e vergognosa, quella campagna ha però implicazioni di tipo politico e ideologico che interessano tutto il movimento comunista internazionale. Vale quindi la pena metterle bene in chiaro, come contributo alla rinascita del movimento stesso.

Vi è tra i nostri compagni una certa insofferenza per le polemiche. L’insofferenza è più che giustificata finché le polemiche restano al livello degli insulti e delle illazioni su cui Arenas e i suoi compagni le hanno finora sviluppate. Proprio per questo, è indispensabile mostrare i veri risvolti politici e ideologici della polemica. Solo così l’insofferenza non si risolverà in fastidio e ripulsa per il lavoro che conduciamo per la rinascita del movimento comunista e il danno che Arenas e soci hanno fatto si trasformerà in definitiva in un rafforzamento del nostro movimento. Quanto alla necessità che il movimento comunista non tema polemiche e scissioni, ma conduca al suo interno una lotta accanita contro le deviazioni, ricordiamo ai nostri lettori alcune parole di Stalin tratte dal vol. 5 delle Opere di Stalin che le Edizioni Rapporti Sociali hanno appena pubblicato: “Non di rado i nostri compagni (e non solo i menscevichi!) accusavano Lenin di essere troppo incline alla polemica e alla scissione, di combattere con intransigenza i conciliatori, ecc. Indubbiamente l’una e l’altra cosa ebbero luogo a suo tempo. Ma non è difficile capire che il nostro partito non avrebbe potuto né sbarazzarsi della debolezza interiore e dell’amorfismo, né raggiungere la forza e la saldezza che gli sono proprie, se non avesse cacciato dal suo interno gli elementi non proletari e opportunisti. Nell’epoca della dominazione borghese, il partito proletario può svilupparsi e rafforzarsi solo nella misura in cui lotta, nel proprio seno e nella classe operaia, contro gli elementi opportunisti, ostili alla rivoluzione, al partito” ( Lenin, organizzatore e capo del Partito comunista della Russia , 1920).

Abbiamo quindi diffuso come Supplemento 2 a La Voce n. 7 ed è disponibile sulla pag. web di La Voce un’analisi delle implicazioni di tipo politico e ideologico della polemica in corso che interessano tutto il movimento comunista internazionale intitolata

La questione del PCE(r) ”.  (in spagnolo ,in italiano)

L’analisi è frutto di una discussione della redazione di La Voce .

La stesura è opera di Umbero C.

Il Supplemento contiene anche, come allegati, i Comunicati del 2 e 8 aprile. (indice dei comunicati)