La Voce 17

A proposito delle Tesi programmatiche di Rossoperaio (gennaio 2001)

lunedì 12 luglio 2004.
 

Presentazione

 

La redazione di La Voce ha deciso di inserire in questo numero della rivista il Supplemento diffuso sulle pagine Internet nel maggio 2001 relativo alle Tesi programmatiche allora pubblicate da Rossoperaio (che ora si chiama Proletari comunisti o Partito comunista maoista a secondo delle circostanze e del pubblico a cui si rivolge). Perché?

Perché la situazione rivoluzionaria si aggrava nel mondo e anche nel nostro paese. Quindi la costituzione del partito comunista diventa più urgente. Questo implica un cambiamento nelle relazioni tra le FSRS. La costituzione del partito segnerà il passaggio da una fase in cui è prioritario il lavoro di mobilitazione e raccolta dei comunisti, a una fase in cui diventerà prioritario il lavoro che il partito (cioè i comunisti già uniti nel partito) condurrà per orientare, mobilitare e organizzare nel partito gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari. Diventerà allora secondario il lavoro di raccolta di quei comunisti che fossero rimasti fuori dal partito.

Occorre quindi in questi mesi accelerare in ogni FSRS la mobilitazione della sinistra perché contribuisca alla costituzione del partito. Il partito che andiamo a costituire sarà tanto più forte, quantitativamente ma soprattutto qualitativamente, quanto più larga, aperta e profonda sarà stata la lotta ideologica per raccogliere e unire tutto quanto è possibile raccogliere sulle posizioni giuste. Quindi si impone un dibattito aperto, intransigente e unitario in ogni campo, su ogni aspetto dell’attività rivoluzionaria. Senza pregiudizi, preclusioni e presunzione, ma anche senza diplomazia e cedimenti sui principi.

La costituzione del partito comporta anche un cambiamento a livello internazionale, nelle relazioni con gli altri reparti del movimento comunista internazionale. Ed è proprio per un atteggiamento responsabile nelle relazioni nel movimento comunista internazionale che dedichiamo particolare attenzione a Rossoperaio.

Tra le FSRS italiane RO ha infatti un punto di forza: il suo legame di lunga data con il movimento comunista internazionale, che si concretizza nell’appartenenza al MRI (Movimento rivoluzionario internazionalista) e nelle conferenze organizzate nel 2003 (a Palermo) e nel 2004 (a Parigi) con il MPP (Movimento popular Perù - Sol Rojo ). A questo si accompagna una linea e un metodo di lavoro sbagliati, che sinteticamente è anarco-sindacalismo ed economicismo aggravati dal rifiuto di dare alla teoria rivoluzionaria il posto che deve avere in un partito comunista: il ché è un vecchio e storico difetto del movimento comunista del nostro paese. Un difetto che già ha facilitato tutte le deviazioni che hanno infettato il vecchio Partito comunista italiano che non ha mai assimilato e tantomeno continuato l’elaborazione iniziata dal suo reale fondatore, Antonio Gramsci. Anziché usare le relazioni internazionali per favorire la costruzione del vero partito comunista, RO copre la sua linea e concezione arretrate e codiste con dichiarazioni di ossequio al movimento comunista internazionale. E, cosa ancora più grave, RO usa le relazioni internazionali come arma contro le FSRS italiane, per stare a galla nonostante la concezione e la linea sbagliate. Prendiamo nel n. 20 di Proletari comunisti l’articolo " 1 ° Maggio internazionalista. Celebriamo il XX anniversario del Movimento Rivoluzionario internazionalista ". Cosa oppone RO alle organizzazioni del nostro paese che "pur si dicono marxiste-leniniste-maoiste"? Il fatto che sono "senza legami internazionali e unità ideologica con i partiti e le organizzazioni che nel mondo incarnano questi principi e li traducono nella realtà della lotta di classe ... sono contro l’incarnazione attuale del marxismo-leninismo-maoismo su scala internazionale, sono contro le esperienze rivoluzionarie avanzate nel mondo guidate da partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti uniti nel MRI. Queste forze mancano quindi di una condizione necessaria e di una base di principio agente per definirsi comuniste su scala internazionale e per costruire il partito comunista nel nostro paese". Queste parole sono preziose. Esprimono meglio di quello che avremmo potuto fare noi l’uso strumentale, da mercanti, che i capi di RO fanno delle loro relazioni con il MRI e più in generale dei legami con organizzazioni comuniste estere. Confermano quello che abbiamo detto da tempo: RO copre con campagne di informazione e con dichiarazioni di solidarietà con organizzazioni comuniste di paesi lontani la sua linea e concezione sbagliate circa la rivoluzione nel nostro paese che evita il più possibile di esporre sistematicamente e tanto meno osa difendere pubblicamente. Né ci si venga a dire che questo è dovuto alla necessità di tener nascosti alla borghesia i propri progetti. Questa scusa vale per chi concepisce la rivoluzione come un colpo di mano. Non vale nulla per chi come i comunisti deve mobilitare le masse popolari a compiere la rivoluzione: che è l’unico modo in cui una rivoluzione socialista può compiersi. Abbiamo per di più in altra sede documentato che RO arriva addirittura a cambiare le proprie prese di posizione: la versione pubblicata in Italia dice una cosa e quella pubblicata all’estero un’altra. La borghesia sa cosa dice RO nelle dichiarazioni pubblicate all’estero ad uso del MRI e quello che dice in Italia: a ignorarlo sono solo i lavoratori avanzati del nostro paese.

È importante che i comunisti italiani rifiutino ogni tentativo di fare dei comunisti di altri paesi i responsabili delle malefatte di Rossoperaio e delle nostre difficoltà e che affrontino con responsabilità e autonomia i problemi della rivoluzione nel proprio paese e della ricostruzione del vero partito comunista italiano, in collegamento internazionalista con le esperienze e le posizioni teoriche del movimento comunista degli altri paesi. Sono la concezione e la linea giuste e il suo legame con la classe operaia che fanno un partito comunista, non sono l’appartenenza al MRI e neanche l’investitura del MRI, se mai ci fosse. Ma in realtà nessuno nel MRI, salvo RO e anche RO solo quando parla e scrive in italiano, ha mai sostenuto che l’appartenenza al MRI è "condizione necessaria ... per definirsi comunisti su scala internazionale e per costruire il partito comunista nel nostro paese". Al contrario il MRI ha sempre sostenuto di essere solo una parte del movimento comunista internazionale e di voler svolgere in esso un ruolo d’avanguardia nella rinascita e nella creazione della seconda Internazionale Comunista: proposito nobile della cui riuscita ognuno può e deve giudicare sulla base dell’esperienza. In alcuni paesi (ad es. l’India e il Bangladesh) fanno parte del MRI addirittura più di una organizzazione comunista; cosa impossibile se i partiti comunisti si costituissero nei singoli paesi per investitura del MRI.

In realtà RO denigra il MRI. Nel movimento comunista internazionale fenomeni come quello di RO, di un’organizzazione che usa le sue entrature internazionali per coprire una concezione e una linea sbagliate, si sono già presentati più volte. Alcuni compagni conoscono certamente le difficoltà che crearono tra il 1931 e il 1935 e anche dopo nel Partito comunista cinese i compagni ritornati da Mosca e capeggiati da Vang Ming che per lungo tempo si presentarono come gli interpreti fedeli e i portavoce dell’internazionale Comunista, sfruttando le difficoltà dei legami tra il PCC e l’IC. Il precedente più celebre e significativo sono tuttavia le relazioni privilegiate che dal 1903 al 1914 la corrente menscevica antileninista del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (il partito di Lenin) ebbe con la Seconda Internazionale, col Partito socialdemocratico tedesco e con vari altri partiti socialisti europei, cioè con quello che in quell’epoca era il movimento comunista internazionale in quanto movimento cosciente e organizzato, ivi compresi con gli esponenti migliori di quei partiti, come Rosa Luxemburg. I bolscevichi dovettero più e più volte e in vari modi far fronte agli intrighi e alle menzogne con cui i menscevichi e i socialisti-rivoluzionari cercavano di coprire e avvalorare presso gli operai e i rivoluzionari russi le loro posizioni sbagliate con cauzioni internazionali (vere e inventate). In Italia dobbiamo imparare dall’esperienza della lotta condotta dai bolscevichi contro gli intrighi dei menscevichi e dei socialisti-rivoluzionari.

Uno dei modi per far fronte a intrighi e menzogne è discutere apertamente le posizioni teoriche e politiche sbagliate di Rossoperaio, ogni volta che si azzarda ad esprimerle in qualche misura sistematica.

Per questo pubblichiamo il Supplemento del 2001. I compagni che non lo conoscono, lo troveranno utile (a loro raccomandiamo anche la lettura di La Voce n. 7). Quelli che a suo tempo lo hanno già letto, troveranno particolarmente significativo il passaggio dalla tesi della "sostituzione a tempo determinato" alle dichiarazioni altisonanti e vuote sulla guerra popolare rivoluzionaria a cui RO si è dato da quando frequenta il MPP.

 

Non abbiamo riprodotto anche le Tesi programmatiche di RO. Esse sono però reperibili nella nostra pagina web (www.lavoce.freehomepage.com). I numeri tra parentesi quadra si riferiscono ai paragrafi delle Tesi e sono riportati nella nostra pagina web.

 

Visualizzare il testo del Supplemento diffuso del maggio 2001 relativo alle Tesi programmatiche