Nessuna azienda deve essere chiusa!
Nessun lavoratore deve essere licenziato!
A ogni adulto un lavoro utile! A ogni individuo una vita dignitosa!

Non pagheremo noi la crisi dei capitalisti!
domenica 30 novembre 2008.
 

Comunicato del 29 novembre 2008

(PNG) Le organizzazioni operaie e popolari devono coalizzarsi,
prendere in mano il governo del paese,
assegnare ad ogni azienda compiti produttivi precisi secondo un piano nazionale,
organizzare la distribuzione di beni e servizi alle aziende e alle famiglie,
instaurare la collaborazione con i paesi le cui autorità saranno disponibili!

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Il testo del comunicato
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È la sola maniera di sfuggire alla crisi del sistema capitalista,
al caos, alla miseria, alla criminalità e alla guerra verso cui
la borghesia ci sospinge!

 

Cacciamo il governo Berlusconi!

 

La borghesia imperialista affonda sempre di più nella crisi.

Nei mesi scorsi è esplosa anche nei paesi imperialisti la malattia che da circa trent’anni corrode il sistema imperialista mondiale. Già negli anni ’70 del secolo scorso il capitale accumulato era diventato troppo grande perché i capitalisti potessero valorizzarlo nell’ambito delle relazioni e degli ordinamenti esistenti. Per alcuni anni la borghesia imperialista ha ritardato nei paesi imperialisti gli effetti più distruttivi della crisi del sistema produttivo capitalista, saccheggiando nuovi paesi (dalla Cina all’India, dal Messico al Brasile, dall’Europa Orientale ad alcuni paesi africani) e ricorrendo a una bolla speculativa dopo l’altra. Il capitale speculativo ha fatto in qualche modo sopravvivere per quasi trent’anni il sistema produttivo dei paesi imperialisti. Ma di bolla speculativa in bolla speculativa il capitale si è gonfiato fino a scoppiare e a sconvolgere tutto il sistema produttivo.

Ora è impossibile aggiustare le cose se la produzione e la distribuzione di beni e servizi resteranno in mano ai capitalisti e continueranno a essere gestiti con i criteri propri dei capitalisti.

Alla crisi ecologica che inquina e distrugge il pianeta e all’emigrazione cui erano costretti milioni di abitanti dei paesi oppressi, ora anche nei paesi imperialisti si aggiungeranno sempre più gravi le manifestazioni devastanti della crisi economica. Niente sarà più come prima e milioni e milioni di persone dei paesi imperialisti saranno costrette a cercare nuove vie per sopravvivere al disastro. Che via dobbiamo prendere?

 

Instaurare il socialismo è la via d’uscita più rapida, meno distruttiva e meno dolorosa dal disastro in cui la borghesia ci ha condotto!

È la sola via che apre all’umanità una nuova epoca di progresso!

 

È campato in aria ogni progetto dei governi e delle Autorità di sistemare le cose stabilendo regole e controlli per il capitale finanziario, pompando soldi pubblici nelle banche e nelle società finanziarie, finanziando con debiti pubblici le aziende o il consumo.

La speculazione non è più in grado di sostenere l’attività produttiva. I soldi pubblici che le Autorità regalano alle banche e alle società finanziarie non fanno che prolungare la vita oramai stentata e febbrile delle attività speculative, che comunque non riescono più a rianimare le attività produttive.

I soldi pubblici che le Autorità regalano alle aziende capitaliste servono solo a incrementare la concorrenza tra i capitalisti. Si tratta di una forma mascherata di protezionismo. In ogni paese i governi finanziano le aziende locali perché vendano a prezzi minori, facciano calare le importazioni ed esportino di più, facciano così le scarpe alle aziende concorrenti e attenuino la crisi nel paese. Ma tutti i governi fanno lo stesso gioco e alla fine i più forti faranno valere la loro forza. È una forma di protezionismo comoda ai capitalisti più forti che si accaparrano la parte maggiore degli aiuti pubblici. Gli Stati più forti ad un certo punto faranno valere le loro ragioni anche a livello internazionale e sarà la guerra.

Gli aiuti ai consumi aumenterebbero effettivamente la domanda di beni e servizi solo se le Autorità li distribuissero ai lavoratori che hanno redditi bassi. Questi spendono tutti i soldi in più, mentre i benestanti con i soldi in più aumentano i risparmi che confluiscono nel capitale finanziario e speculativo. Ma la distribuzione di aiuti pubblici ai lavoratori peggio pagati priverebbe i capitalisti della loro maggiore arma di pressione sui lavoratori. È una misura che i capitalisti ingoierebbero solo se costretti e a cui cercherebbero di sfuggire al più presto, sfruttando il fatto che possono chiudere le aziende, delocalizzare, disinvestire, far fallire, ecc.

 

La borghesia imperialista affonda sempre di più nella crisi del suo sistema. Finché l’umanità non si libererà dalla borghesia, la borghesia trascinerà l’umanità nella sua rovina. Mente per interesse o per ignoranza chi afferma che la precedente grande crisi generale del capitalismo, quella della prima metà del secolo scorso, fu risolta dai provvedimenti economici di Roosevelt o di Hitler. La crisi di allora si concluse solo alla fine degli anni ’40, dopo due guerre mondiali e grazie alla prima ondata della rivoluzione proletaria.

Oggi ci ritroviamo di fronte a una situazione analoga a quella dell’inizio del secolo scorso, anche se su scala più grande, perché l’ondata della rivoluzione proletaria iniziata nel secolo scorso con la Rivoluzione d’Ottobre 1917, non ha trionfato in tutto il mondo. Al contrario, a causa della debolezza del movimento comunista che allora era ancora alle sue prime armi, nei paesi socialisti da un certo momento in poi sono prevalsi i dirigenti e le correnti politiche che spingevano i paesi socialisti a scimmiottare i paesi capitalisti. Di conseguenza i primi paesi socialisti hanno perso lo slancio iniziale, sono entrati in un periodo di decadenza che li ha condotti al crollo e alla reintegrazione nel sistema imperialista mondiale. Le lezioni dei primi paesi socialisti e della prima ondata della rivoluzione proletaria forniscono le conoscenze necessarie per affrontare con prospettive di vittoria la seconda crisi generale del capitalismo.

 

Instaurare il socialismo è necessario, è possibile!

È l’unica via d’uscita positiva per le masse popolari dalla crisi del capitalismo!

 

Per sfuggire alla miseria, alla guerra, al caos e alla criminalità, alla crisi intellettuale e morale che la crisi economica genera in chi la subisce, non c’è altra via che imboccare la strada della rivoluzione proletaria.

Le lotte rivendicative e le proteste delle prossime settimane e mesi devono servire a strappare alle Autorità e ai padroni rimedi d’emergenza e a impedire gli effetti peggiori della crisi tra le masse popolari, a impedire che l’inverno che inizia sia anche nel nostro paese un inverno di freddo e di fame. Ma è ancora più importante che servano a rafforzare quantitativamente e soprattutto qualitativamente le organizzazioni operaie e popolari, fino al punto che siano in grado di prendere in mano il governo del paese e prevalga in esse la decisione di compiere questo passo indispensabile per farla finita con la crisi del capitalismo.

 

Infatti la principale obiezione che si può fare alla nostra proposta è che non esistono ancora nel nostro paese organizzazioni operaie e popolari che hanno la capacità e la volontà di prendere in mano il potere, riorganizzare la produzione e la distribuzione di beni e servizi e ristrutturare in conformità il resto della relazioni sociali. La creazione di simili organizzazioni è quindi la questione principale, la questione decisiva che gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari devono affrontare e risolvere nei prossimi mesi.

 

Moltiplicare e rafforzare le organizzazioni operaie e popolari a livello locale, provinciale, regionale e nazionale!

 

1. Noi comunisti oggi dobbiamo anzitutto indicare l’obiettivo. Dobbiamo indicarlo nella maniera più vasta, più chiara, più comprensibile e più larga di cui siamo capaci. Dobbiamo renderci capaci di indicarlo in maniera larga e chiara . A molti, in modo comprensibile a tutti, mobilitando i più disponibili e capaci di capirlo, perché a loro volta lo spieghino ad altri, in un movimento a onde concentriche che si allargano a tutto il lago.

2. Noi comunisti dobbiamo spingere, provocare le RSU e le RSA, i coordinamenti operai, i sindacati e ogni altro genere di organizzazione (associazioni popolari, comitati di resistenza, ecc.) che in qualche misura aggrega e mobilita le masse e gode in qualche misura della loro fiducia, ogni organizzazione di massa e ogni gruppo che protesta contro lo stato attuale delle cose, perché si coalizzino e prendano il potere, mostrando loro che è un passaggio indispensabile per la salvezza generale. Questo è il Blocco Popolare da costruire. Questa è la rinascita del movimento comunista. Dobbiamo denunciare, svergognare e smascherare quelli che rifiutano di marciare in questa direzione. Dobbiamo proseguire finché le masse e in particolare gli operai, di fronte al disastro della crisi del capitalismo, riporranno fiducia solo in quelli che sono disposti a marciare in questa direzione e rafforzeranno con la propria adesione, il proprio concorso e il proprio sostegno le loro organizzazioni, che saranno le organizzazioni del rinato movimento comunista. Metteranno cioè i comunisti a capo delle loro organizzazioni e i più svegli e più generosi di essi diventeranno comunisti.

3. Noi comunisti dobbiamo tessere relazioni da ogni parte e di ogni genere, creando una rete resistente, di cui il Partito deve essere il cervello e l’elemento promotore.

4. Noi comunisti dobbiamo organizzare e formare, formare e organizzare! Formare! Imparare! 

 

 

  Nel nuovo sistema di produzione e
distribuzione, il denaro sarà ridotto a mezzo per distribuire tra gli individui
i prodotti e i servizi destinati al consumo individuale e che per loro natura o per motivi sociali non sono disponibili in misura illimitata: che ogni individuo cammini per strada quanto vuole non crea problemi, che ogni individuo prenda quante mele vuole, in circostanze concrete può portare a che altri individui ne restino senza. Nell’opuscolo Un futuro possibile questo
nuovo sistema di produzione e distribuzione
è illustrato in dettaglio.
 

All’obiezione che un sistema pianificato di produzione e distribuzione, governato democraticamente attraverso le organizzazioni degli operai e delle masse popolari, è impossibile, dobbiamo mostrare che il sistema capitalista stesso già ha posto le premesse del nuovo sistema e ha creato gli strumenti di cui un sistema pianificato di produzione e distribuzione di beni e servizi ha bisogno per esistere. Si tratta non di produzione di profitti, ma di produzione programmata (quindi non per la vendita, non come merci) di beni e servizi distribuiti secondo un piano e secondo dei criteri alle famiglie e agli individui per il consumo, a impieghi collettivi (a tutte le innumerevoli strutture di uso pubblico) e alle aziende perché li usino per l’ulteriore produzione di cui ogni azienda è incaricata in base al piano. Per capire cosa ciò significa, bisogna pensare alle grandi strutture produttive che per alcuni decenni anche nei paesi capitalisti sono state “servizi pubblici” (poste, ferrovie, sistema ospedaliero, sistema scolastico, municipalizzate, ecc.) e che funzionavano nonostante le porcherie che vi facevano i dirigenti borghesi e i professionisti che le dirigevano, che erano nominati dallo Stato borghese e incoraggiati e accompagnati a farvi porcherie dalla circostante borghesia a cui ognuno di essi apparteneva. Il nuovo potere, fondato sulle organizzazioni operaie e popolari e in definitiva, conclusa la fase transitoria, sul rinato movimento comunista, incaricherà della direzione delle aziende, rese tutte (salvo le piccolissime) pubbliche, solo individui devoti al socialismo, li controllerà con gli occhi onnipresenti e li indirizzerà con l’intelligenza e l’esperienza delle organizzazioni del movimento comunista.

Sarà un sistema di relazioni sociali diverso dall’attuale sistema borghese, che a sua volta si è affermato nel mondo nel corso dell’ultimo millennio ed è giunto alle sue estreme conseguenze, ha dato tutto quello che poteva dare. Sarà un sistema di relazioni sociali che implica e promuove idee e sentimenti diversi degli individui e quindi implica e promuove la formazione di uomini diversi dagli attuali. Un processo (nuovo sistema di relazioni sociali e individui nuovi) che si svilupperà nel corso del tempo che gli sarà necessario, una volta che ci saremo messi sulla carreggiata giusta.

Sarà un sistema di relazioni sociali che implica un potere pubblico che traccia il piano e definisce i criteri di produzione e di distribuzione. Quello che oggi ogni capitalista si arroga il diritto di fare grazie al suo denaro, come una questione sua personale in concorrenza con altri capitalisti, diventa funzione di un potere pubblico, responsabile, sindacabile, democratico: costituito dalle organizzazioni del rinato movimento comunista.

L’elemento base costitutivo del nuovo sistema di produzione e distribuzione sarà il dovere di ogni individuo di fare la sua parte del lavoro necessario alla produzione e alla riproduzione (riproduzione = ripetizione del processo di produzione). Si può discutere quanto necessario su quale parte deve fare un individuo o un altro, su quali sono i lavori necessari o utili, ecc. Ma non si può discutere sulla necessità che ogni individuo compia la sua parte. È una cosa che va fatta e imposta a chi si rifiuta di farla.

A questo devono corrispondere il godimento (non il diritto di godere, ma il godimento di fatto) da parte di ogni individuo di un regime di vita dignitoso e la sua partecipazione alla gestione della società: al potere, alle decisioni, alla conoscenza dei risultati e della situazione.

La combinazione delle due cose è comprensibile già con la mentalità di oggi a ogni operaio, a ogni onesto lavoratore, a ogni membro delle masse popolari, a ogni sincero democratico.

 

Un’altra obiezione che può essere facilmente fatta alla nostra proposta è che il nostro paese ha bisogno di relazioni internazionali. Noi usiamo molti prodotti che vengono da altri paesi e a nostra volta produciamo molti prodotti che vengono usati da gente di altri paesi. Ritornare a usare solo quello che è reperibile nel nostro paese, comporterebbe regredire a una vita primitiva.

È un’obiezione giusta, ma il rimedio è evidente.

Il nuovo potere stabilirà relazioni di cooperazione con tutti i paesi le cui Autorità saranno disponibili a stabilirle. Già oggi un discreto numero di paesi cerca di sfuggire alle costrizioni del sistema imperialista mondiale dominato dai gruppi imperialisti USA.

Inoltre l’esempio di come il nostro paese sfugge al disastro della crisi del capitalismo che attanaglia tutti i popoli, spingerà certamente gli operai e le masse popolari di altri paesi a fare come noi, se non l’avranno già fatto prima di noi. Questo indebolirà anche le azioni aggressive con cui gli Stati e i gruppi imperialisti cercheranno di soffocare il nuovo sistema, in combutta con la borghesia imperialista italiana, il Vaticano e le Organizzazioni Criminali del nostro paese.

 

La nostra proposta è del tutto realistica. Essa richiede solo la volontà e l’unità delle organizzazioni operaie e popolari. Non c’è altra via positiva per uscire dalla crisi del capitalismo. La proposta che noi propagandiamo e per cui promuoviamo l’organizzazione adeguata, si imporrà con l’evidenza delle cose, contro le mistificazioni, le calunnie e le manovre della borghesia imperialista, del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali e dei gruppi e Stati imperialisti stranieri. Che tutti quelli che sono già convinti che questa è la via d’uscita dalla crisi del capitalismo, si uniscano, si organizzino e la propagandino, in primo luogo tra gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari!

 

Un governo di Blocco Popolare formato e sostenuto dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari sparse nel territorio, deve prendere in mano il paese!

 

Le grandi aziende non devono più essere dei padroni! Le grandi aziende devono essere dei lavoratori e del loro nuovo Stato!

Alle piccole aziende bisogna affidare commesse perché producano quanto necessario e consegnare loro tutti i rifornimenti di cui hanno bisogno!

Le aziende non devono più produrre profitti! Devono produrre beni e servizi per chi lavora! Tutta la società deve essere riorganizzata in conformità con questa nuova base!

 

L’onda anomala del movimento studentesco e le giuste lotte dei lavoratori dell’Alitalia contro Berlusconi il reazionario e Colaninno lo speculatore, indicano alle masse popolari la strada da seguire per uscire dal marasma economico, politico, sociale, intellettuale, morale e ambientale in cui la borghesia imperialista ci ha gettato e in cui ogni giorno più ci affonda!

 

La situazione è favorevole, grande è la confusione. Solo il Nuovo Potere della classe operaia porrà fine al marasma attuale!

 

Compagni, operai, proletari, donne e giovani: unitevi nel (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Partecipate e fate partecipare i vostri compagni di lavoro alla campagna di propaganda del socialismo, allo studio e al dibattito sul Manifesto Programma del (n)PCI!

 

Partecipate alla campagna di organizzazione del Partito, costituendo in ogni azienda, in ogni zona e in ogni organizzazione di massa un Comitato di Partito!

 


 

Il nuovo ordinamento sociale di cui le masse popolari hanno bisogno

(da Manifesto Programma del (nuovo)Partito comunista italiano, cap. IV)

 

***

 

1. Ad ogni livello (centrale, regionale, provinciale, comunale, di zona, di unità produttiva, di azienda, di scuola, di istituzione, ecc.) tutto il potere (legislativo, esecutivo, giudiziario, economico, militare, di polizia, cultura, istruzione, ecc.) appartiene a un unico Consiglio (assemblea, camera) composto di delegati eletti e revocabili in qualsiasi momento e senza eccezione dai propri elettori. Ogni Consiglio nominerà e revocherà i propri organi di lavoro.

 

2. Collegi elettorali sono le unità lavorative, le aziende, le scuole, le istituzioni, ecc. Dove queste sono troppo piccole per esprimere un delegato, sono raggruppate su base territoriale. Hanno diritto di voto tutti quelli che svolgono un lavoro socialmente utile, riconosciuto come tale dalla collettività, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla nazionalità, dalla religione, dalla lingua, ecc. Sono esclusi solo quelli che, avendoli riconosciuti come nemici di classe, le masse popolari hanno espressamente privato dei diritti politici.

 

 

3. Autogoverno ad ogni livello (regionale, provinciale, comunale, di zona, di unità produttiva, di azienda, di scuola, di istituzione, ecc.). Eliminazione di ogni autorità locale nominata dall’alto. I Consigli di livello inferiore eleggono i loro delegati (revocabili) al Consiglio di livello superiore, fino al governo centrale. Il sistema dei Consigli funziona secondo il principio del centralismo democratico.

 

4. Organizzazione generale delle masse e assolvimento diretto da parte delle organizzazioni di massa dei compiti di organizzare e gestire aspetti crescenti della vita locale: economia, cultura, sanità, educazione, amministrazione della giustizia, ordine pubblico, difesa del territorio, lotta alla controrivoluzione, milizia territoriale, politica, amministrazione della giustizia, ecc.

 

5. Elezione e revocabilità a ogni livello dei giudici, dei funzionari dell’Amministrazione Pubblica, delle forze armate e della polizia, dei dirigenti, degli insegnanti e di ogni persona incaricata di svolgere mansioni pubbliche.

 

6. Le funzioni di polizia e di forze armate sono svolte da tutta la popolazione che gode di diritti politici. Corpi speciali e professionali saranno costituiti solo per combattere la reazione e la controrivoluzione e per difendersi da aggressioni. Esse operano in appoggio alle masse e rendono conto alle masse del loro operato.

 

7. Chiunque è delegato a svolgere una funzione pubblica, è retribuito per essa. Lo stipendio dei delegati di ogni ordine e grado come quello dei pubblici funzionari non supera quello di un operaio di livello superiore. Tutte le attribuzioni di locali, mezzi di trasporto e altro connesso con l’esercizio della funzione dei delegati sono pubbliche e connesse alla funzione e non possono diventare in alcun modo loro proprietà personale. I delegati non godono di alcuna immunità: ogni cittadino può porli sotto accusa di fronte ai loro elettori o al Consiglio che li ha delegati.

 

8. Scioglimento di ogni organo dell’attuale Stato, della sua Amministrazione Pubblica ad ogni livello (governo, consigli locali, giunte, strutture scolastiche, sanitarie, previdenziali, assistenziali, ecc.), delle sue forze armate, dei suoi corpi di polizia di ogni genere, delle associazioni d’arma, degli ordini cavallereschi e delle congregazioni, delle associazioni dell’attuale classe dominante, delle sue associazioni professionali e di ogni sua forma di aggregazione.

Abolizione dei titoli nobiliari e degli appannaggi, delle immunità e dei privilegi connessi ad essi. Abolizione di tutti le istituzioni e i privilegi feudali sopravvissuti (Vaticano, chiese, mense vescovili, enti di beneficenza, massonerie, ordini, ecc.). Annullamento del Concordato e dei patti con cui per conto della borghesia imperialista il fascismo ha costituito il Vaticano e che il regime DC ha rinnovato.

Alle persone che lavorano negli organismi sciolti è assicurato il necessario per vivere ed esse sono impiegate in lavori confacenti con le loro attitudini e con i bisogni della società.

 

9. Revoca di ogni diritto politico e civile per tutti i membri della vecchia classe dominante. Repressione di ogni tentativo della borghesia di restaurare il suo potere e i suoi privilegi, di usare la sua autorità morale e dei suoi mezzi per influenzare le masse e la vita sociale.

 

10. Separazione assoluta dello Stato e della Pubblica Amministrazione dalle chiese. Parità di diritti per tutti i culti. Libertà di professare ogni culto e religione. Libertà di non professarne alcuno e di propagandare l’ateismo.

 

11. Eliminazione di tutte la basi straniere e della presenza di forze armate e di corpi polizieschi e spionistici stranieri. Annullamento di tutti i trattati stipulati dal vecchio regime, ivi compresi quelli che creano il nuovo “spazio vitale” dei gruppi imperialisti franco-tedeschi (UE, MUE, ecc.). Espulsione di tutti i rappresentanti ufficiali e degli esponenti a qualsiasi titolo di Stati esteri che non si attengono alle disposizioni delle nuove Autorità, che cercano in qualsiasi modo di influenzare le masse e la vita sociale o la cui presenza non è più necessaria. Divieto a ogni cittadino italiano di intrattenere rapporti con Stati o pubbliche amministrazioni straniere senza rendere pubblico il rapporto.

Collaborazione con i movimenti rivoluzionari e progressisti di tutto il mondo.

 

***

 

12. Distruzione della rete dei rapporti finanziari che, combinando i risparmi di milioni di persone con il capitale finanziario della borghesia imperialista, soffoca le attività economiche pratiche. Annullamento dei mutui, delle ipoteche e dei debiti verso le banche, lo Stato e la borghesia imperialista. Annullamento degli interessi sui debiti contratti tra membri delle masse popolari. Annullamento dei debiti e crediti esteri. Annullamento delle proprietà finanziarie della borghesia imperialista. Trasformazione dei patrimoni finanziari della media borghesia e dei lavoratori in risparmi non fruttiferi di interessi che i titolari possono usare come reddito aggiuntivo o differito, a potere d’acquisto costante. Protezione dei risparmi dei lavoratori, delle pensioni e di ogni altro mezzo di sussistenza e di garanzia costituito dai lavoratori.

Cambio della moneta e affidamento della sua emissione e gestione ad una unica banca. Riduzione del danaro a mezzo di scambio e misura del consumo individuale. Nazionalizzazione di tutto il patrimonio artistico, delle ricchezze immobili e mobili, della terra, del sottosuolo e delle acque. Massima valorizzazione di tutto per migliorare le condizioni materiali e spirituali delle masse popolari.

 

13. Eliminazione senza indennizzo della proprietà dei grandi capitalisti nell’industria, nell’agricoltura, nel commercio, nei trasporti, nella ricerca, ecc. ecc. Costituzione in ogni unità produttiva espropriata di una direzione che combini l’iniziativa dei lavoratori dell’unità con la direzione generale della classe operaia nel paese, il particolare col generale. Gestione delle aziende secondo un piano nazionale e secondo piani locali che assegnino compiti e risorse e definiscano la destinazione dei prodotti.

 

14. Selezione e ricambio dei funzionari e dipendenti pubblici sulla base della capacità collettiva e individuale a soddisfare i bisogni delle masse popolari e a mobilitarle per migliorare le proprie condizioni.

Protezione della proprietà individuale dei lavoratori autonomi, sostegno all’applicazione delle tecnologie più avanzate, più sicure, più igieniche, meno inquinanti e più produttive. Commesse e forniture pianificate alle aziende individuali e assicurazione degli sbocchi.

Trasformazione graduale e volontaria delle imprese economiche familiari e individuali e delle altre a carattere ancora scarsamente collettivo in imprese cooperative.

 

15. Pianificazione nazionale dell’impiego delle risorse, della cura e formazione delle risorse naturali, della produzione di ogni unità produttiva, della distribuzione dei prodotti e degli scambi con l’estero. Scambi economici con tutti i paesi sulla base del reciproco interesse e del rispetto dell’indipendenza nazionale.

Mobilitazione delle masse contro l’inquinamento ambientale, lo spreco energetico e lo spreco delle risorse materiali e per migliorare la qualità igienica e funzionale dei prodotti.

 

16. Ogni persona deve svolgere un lavoro socialmente utile, salvo quelle riconosciute inabili al lavoro per età, malattia o invalidità. Contemporaneamente occorre sviluppare tutte le condizioni (tecniche, organizzative e scientifiche) affinché le persone disabili svolgano, malgrado l’handicap di cui sono portatrici, un lavoro socialmente utile. Il lavoro domestico deve essere trattato come un lavoro socialmente utile, reso il più possibile collettivo (mense, lavanderie, riparazioni domestiche, ecc.) e svolto anche dagli uomini: il tutto con l’obiettivo di porre fine all’isolamento e all’emarginazione delle donne.

Ogni persona riceve a titolo individuale un reddito, secondo misure definite in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, valutate dai collettivi di lavoro e dalle conferenze dei lavoratori a livello locale, regionale e nazionale. Alle persone che per motivi validi non svolgono un lavoro socialmente utile (bambini, studenti, anziani, invalidi, ecc.) è attribuito un reddito che deve costituire la base materiale per l’emancipazione delle donne dagli uomini, dei bambini e dei giovani dai genitori, ecc.

Su questa base sarà semplice l’eliminazione, ad opera della popolazione stessa, di ogni attività criminale, speculazione, corruzione, complotto, ecc.

 

17. Limitazione della giornata lavorativa obbligatoria, attuando l’obbligo generale al lavoro. Oggi più della metà della capacità lavorativa della popolazione è sprecata: inutilizzata, utilizzata in attività socialmente non utili o sottoutilizzata.

Interdizione del lavoro straordinario e del lavoro notturno salvo nei casi in cui è tecnicamente indispensabile. Limitazione del numero di anni in cui una persona può essere impiegata in lavori nocivi. Rotazione nei lavori nocivi, faticosi e penosi. Interdizione di rapporti di lavoro non pubblicamente dichiarati.

Valorizzazione in ogni campo del lavoro volontario, sviluppando su grande scala quanto le masse hanno già iniziato a fare nella società borghese. Distinzione del lavoro volontario dal lavoro obbligatorio a cui tutti devono dare il loro contributo.

Tendere, man mano che la situazione concreta lo permette e la produzione cresce, alla distribuzione “a ognuno secondo il suo bisogno”.

Tendere a trasformare tutte le attività in lavoro volontario, libera espressione della creatività e dell’energia fisica e spirituale di ogni individuo nell’ambito dell’organizzazione sociale. Conseguente riduzione del lavoro obbligatorio, fino all’eliminazione.

 

18. Interdizione dell’impiego delle donne in condizioni dannose per l’organismo femminile. Congedo retribuito per maternità e cura dei bambini.

 

19. Istituzione in ogni azienda, complesso di aziende e complesso edilizio di asili nido, scuole materne e quanto necessario alla vita e alla socialità dei bambini e degli adulti. Il mantenimento, la cura e l’istruzione dei bambini non deve gravare economicamente sulle singole famiglie. Ad ogni bambino la società assegna un reddito. I genitori devono essere assistiti e affiancati nel periodo in cui i bambini non sono autosufficienti.

 

20. Assicurazione a carico della società per tutti i casi di inabilità temporanea o permanente al lavoro. Il principio guida per definire le misure pratiche è che la sicurezza e la dignità di ogni individuo sono assicurate dalla società nel suo complesso: non devono quindi ricadere come una disgrazia e un obbligo sui suoi familiari o sui suoi vicini.

 

21. Istituzione di ispettori del lavoro eletti e revocabili dai lavoratori, con l’autorità di disporre gli interventi e le misure necessarie per l’igiene e la sicurezza del lavoro e per la prevenzione dell’inquinamento. La sicurezza e l’igiene del lavoro e la riduzione dell’inquinamento devono far parte degli indici di valutazione di ogni unità produttiva.

 

22. Creazioni di uffici di collocamento incaricati di distribuire la manodopera razionalmente in tutti i lavori necessari e di assicurare il pieno impiego di tutta la popolazione. La capacità lavorativa è la risorsa più preziosa e deve essere costantemente migliorata e valorizzata. Nell’ambito dei programmi scolastici deve essere prevista la partecipazione alla produzione e gli anziani devono poter dare volontariamente tutto il contributo che le loro forze consentono.

 

23. Misure che facilitino la formazione professionale dei lavoratori e la collaborazione nelle aziende con l’obiettivo di ridurre la divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, lavoro esecutivo e lavoro direttivo, organizzativo, progettuale, di controllo. Conferenze dei collettivi di lavoro. Scambi di esperienze con collettivi di altre aziende.

 

24. Misure che facilitino la combinazione tra città e campagne, scambi, soggiorni, ecc. Industrializzazione e urbanizzazione delle campagne, onde rompere l’isolamento e lo spopolamento delle campagne e il sovraffollamento delle aree urbane.(150)

 

25. Misure che assicurino la vita dignitosa degli anziani, la possibilità di mettere la loro esperienza al servizio della società nelle forme e nella misura consentita dalle loro forze. Promuovere l’utilizzo di quanto possono dare in modo che siano e si sentano utili e godano del prestigio e dell’affetto che loro spetta.

 

***

 

26. Riorganizzazione generale dei servizi (scuola, sanità, cultura, ricreativi, mense, ecc. ecc.) mettendoli al servizio della promozione del benessere delle classi oppresse dell’attuale società. Mobilitazione delle masse per gestire direttamente i servizi ai vari livelli, riducendo al minimo indispensabile la direzione centrale. Lotta per trasformare lo sport, la cultura e le attività creative e ricreative da attività professionali in attività liberamente praticate dalle masse.

 

27. Servizio sanitario nazionale. Ogni cittadino ha diritto alle cure e all’assistenza sanitaria migliore che la scienza può mettere a disposizione. Recupero pubblico e valorizzazione di tutte le pratiche antiche e moderne, italiane ed estere che dimostrano di essere valide per migliorare la salute e il benessere. Istruzione sanitaria universale e lotta contro la proprietà privata della medicina da parte dei medici. Mobilitazione delle masse per migliorare le condizioni fisiche e mentali.

 

28. La maternità e la cura dei bambini sarà considerata come attività socialmente utile, non come questione privata. Educazione universale alla maternità, alla paternità e alla cura fisica, morale e intellettuale delle nuove generazioni come compito e dovere dell’intera società. Protezione materiale e morale delle donne incinte, del parto e del periodo immediatamente successivo affinché la gravidanza, il parto, la cura del bambino e il recupero fisico e morale della propria persona siano condotti nelle condizioni migliori.

 

29. La cura, l’educazione e la formazione fisica, morale e intellettuale dei bambini e dei ragazzi sono un compito della società. Associazioni di familiari, unità di lavoro, Pubblica Amministrazione e organizzazioni di massa se ne devono occupare attivamente. Sviluppare il più possibile il rapporto tra le generazioni, rompere la dipendenza personale sul piano materiale e psicologico dei ragazzi e dei giovani dalla singola famiglia.

 

30. Educazione sessuale universale e cura della salute e della felicità sessuale di ogni individuo come dovere della società. Mobilitazione delle masse per lottare contro lo sfruttamento e la violenza sulle donne e sui bambini, contro l’asservimento e la sottomissione delle donne agli uomini.

 

31. Adottare misure per promuovere la partecipazione delle giovani generazioni a tutte le funzioni sociali a cui possono partecipare, nella misura delle loro forze e allo scopo principale della formazione, non della produzione. Favorire in ogni modo esperienze, conoscenze e relazioni formative.

 

32. Istruzione generale politecnica (per la conoscenza teorica e pratica delle principali branche della produzione, dell’attività sociale e delle attività culturali) gratuita e obbligatoria per tutti fino a 16 anni. Stretto collegamento dell’istruzione con il lavoro sociale produttivo. Favorire con misure appropriate l’istruzione ad ogni livello e in ogni età.

Passaggio dell’istruzione pubblica agli organi dell’autogoverno locale, soppressione di ogni intervento coercitivo del potere centrale nell’elaborazione dei programmi scolastici e nella scelta del personale insegnante. Elezione degli insegnanti da parte della popolazione locale e revocabilità, da parte della popolazione, degli insegnanti indesiderabili. Distribuzione del vitto, dell’alloggio e degli oggetti scolastici agli scolari e agli studenti da parte dell’Amministrazione Pubblica, avendo cura di formare i giovani al gusto, alla scelta, all’emulazione, alla collaborazione, ecc.

Promuovere con l’educazione l’eliminazione delle differenze e dei pregiudizi, combattere le arretratezze e l’isolamento. Educazione al rispetto e alla difesa della proprietà pubblica e alla difesa dei diritti individuali.

Uso del patrimonio didattico della società a favore dei settori più arretrati ed emarginati, delle periferie, delle campagne.

 

33. Le reti di servizio (telefono, poste, radio, internet, ferrovie, servizi urbani, autostrade, strade, servizi sanitari, scuole, musei, ecc. ecc.) devono essere in linea di massima fruibili liberamente in modo che contribuiscano nella misura maggiore possibile al benessere, al riposo, al divertimento, alla crescita culturale e allo sviluppo delle relazioni sociali. Limitazioni sono accettabili solo se indispensabili perché nessuno ne sia escluso. Sviluppo di mezzi di trasporto il meno dannosi possibile per l’ambiente e per l’uomo.

 

34. Nazionalizzazione del patrimonio edilizio urbano e libero possesso dell’abitazione da parte di ogni famiglia o nucleo autonomo, protezione della proprietà dei lavoratori sulla propria abitazione. Mobilitazione delle masse per la manutenzione e il miglioramento igienico delle abitazioni. Istruzione di massa sull’uso in sicurezza delle reti domestiche (luce, gas, telefono, internet, ecc.). Allacciamento di tutte le abitazioni alle reti dei servizi. Libera disponibilità dello spazio e del patrimonio edilizio per attività sociali a livello delle comunità locali.

 

35. Assoluta libertà di lingua e di cultura per le minoranze nazionali e linguistiche. Misure per sviluppare la cultura tradizionale e assicurare la vita delle minoranze in ogni campo. Usare sistematicamente le differenze culturali per sviluppare la cultura generale.

 

36. Sviluppo di una cultura che aiuti le masse popolari a capire i propri problemi materiali e spirituali e a trovare soluzioni appropriate. Libertà di religione, di pensiero e di propaganda. Ogni gruppo organizzato delle masse popolari avrà diritto di usare i mezzi materiali necessari alla propria vita spirituale (stampa, radio, TV, reti informatiche, locali, altro materiale).

Tutto il patrimonio conoscitivo e scientifico della società deve essere impiegato al servizio delle masse, per migliorare le condizioni materiali, morali e culturali di ogni individuo. Abolizione della proprietà delle scoperte e delle opere artistiche, dei diritti d’autore, dei brevetti, ecc.

Mobilitazione degli intellettuali perché usino il patrimonio sociale di cui sono depositari per aiutare le masse a comprendere meglio se stesse, le proprie condizioni materiali, i propri sentimenti, i propri stati d’animo, le proprie relazioni e a dirigerle nel modo migliore.