10 La Guerra Popolare Rivoluzionaria

lunedì 10 luglio 2006.
 

Avanti, per consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano!


 

La Guerra Popolare Rivoluzionaria

 

La rivoluzione socialista, la conquista del potere da parte della classe operaia non è un evento che si aspetta e che scoppia d’improvviso. Lo si costruisce nel lavoro di oggi, giorno dopo giorno. È una crisi politica che da parte proletaria deve essere preparata raccogliendo e formando le proprie forze fino a che siano in grado di vincere la battaglia decisiva nei confronti della borghesia imperialista e delle forze che le saranno rimaste. La raccolta e la formazione delle forze rivoluzionarie si fonda sulle contraddizioni della società borghese. Si avvale di tutti gli altri fattori che entrano nella vita politica del paese: le lotte rivendicative, la lotta politica borghese, il movimento associativo delle masse popolari, i contrasti ereditati dal passato, i movimenti culturali, le relazioni internazionali, ecc. Insomma tutti i fattori di instabilità del regime politico borghese. Le forze rivoluzionarie si formano combattendo battaglie via via più impegnative che lo sviluppo degli avvenimenti e la loro stessa lotta scatenano.

Questa raccolta e formazione delle forze rivoluzionarie è anche il processo in cui, per la prima volta nella storia, emerge a nuova vita quella parte dell’umanità che è sempre stata tenuta ai margini della vita civile, forza-lavoro o carne da cannone al servizio del resto. Dagli inizi della storia del genere umano, dalle prime società basate sullo schiavismo, una classe di sfruttatori ha dominato e usato l’altra parte al suo servizio. I modi di produzione sono cambiati, i legami sociali si sono trasformati nel corso dei secoli. Ma tutte le civiltà finora esistite si sono fondate sullo sfruttamento della massa dei lavoratori e la loro emarginazione dai benefici materiali e spirituali della civiltà.

Questa era una condizione affermatasi spontaneamente e universalmente. Derivava dalle costrizioni proprie della lotta degli uomini per strappare alla natura quanto loro necessario. Negli ultimi secoli quelle costrizioni sono venute meno grazie allo sviluppo delle forze produttive. La vecchia divisione e i vecchi rapporti sopravvivono per inerzia, come maledetta eredità del passato. Anzi essa è diventata un ostacolo che impedisce che le nuove forze produttive dispieghino tutti i loro benefici; in molti campi addirittura le trasforma in fattori di distruzione.

Le vecchie classi dominanti si avvalgono del ruolo e della forza che hanno ereditato e ricorrono a ogni mezzo per mantenere in vita il vecchio ordinamento sociale. Si avvalgono delle nuove forze produttive per mantenere le masse popolari nell’emarginazione e perpetuare i loro privilegi. Le masse popolari a loro volta per riuscire a emanciparsi devono acquisire un certo livello di coscienza e un certo grado di organizzazione che contrasta con la loro attuale posizione nella società. Quindi non è alla coscienza e all’organizzazione delle masse popolari in generale che dobbiamo e possiamo mirare. Dobbiamo mirare alla crescita (in contrasto con la borghesia imperialista che cerca di impedirla, deviarla, rallentarla) del livello di coscienza e di organizzazione di una frazione particolare delle masse popolari (la classe operaia) in grado di trascinare per egemonia al suo seguito il resto delle masse popolari. Per questa via creiamo le condizioni necessarie e sufficienti per vincere la vecchia classe dominante. Allora potremo porre le forze e le risorse dell’intera società al servizio dell’ulteriore crescita del livello di coscienza e del grado di organizzazione dell’insieme delle masse popolari. Ciò condurrà alla loro completa emancipazione (liberazione) dal dominio della borghesia e alla fine del loro asservimento a ogni classe dominante, di cui oramai possono fare a meno.

L’essenza della GPRdiLD non sta nell’uso delle armi per far fronte alle armi delle classi dominanti, nell’attività delle forze armate rivoluzionarie per far fronte alle forze armate della controrivoluzione fino a liquidarle. Ciò è indispensabile. Ma l’essenza della GPRdiLD è il processo di crescita del livello di coscienza politica e del grado di organizzazione della classe operaia e delle masse popolari (in primo luogo della classe operaia). Anche l’attività militare rivoluzionaria è completamente al servizio di questo processo, è una delle forme di questo processo e nello stesso tempo è una condizione necessaria, indispensabile al suo svolgimento e lo protegge dagli attacchi e dalle manovre della classe dominante che ricorre anche alle armi per arrestarlo, deviarlo, ritardarlo.

Questo ci distingue da riformisti, gradualisti e pacifisti. Anche quelli che vogliono l’obiettivo a cui noi tendiamo e che noi realizzeremo, non accettano di percorrere il processo necessario per raggiungerlo.

Questo ci distingue anche dai militaristi. Essi considerano l’uso delle armi come l’essenza del movimento rivoluzionario. Scambiano una condizione necessaria con l’essenza. Proprio per questo non sono mai riusciti a compiere il processo.

 

Anna M.