La Voce 4

Dalla stampa delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista

domenica 12 marzo 2000.
 

   - Slai Cobas, e-mail ott. 99

 La Riscossa , n. 3 dic. 99

 Teoria & Prassi , n.1 anno 2000

  - assalto al cielo , n. 73 nov. ‘99

  - Resistenza , n. 2 febb. 00

 - rossoperaio , n. 14 ott./nov. 99

 - rossoperaio , n. 13 ag./sett. 99

 - Il circolo Lenin informa ..., n. 8 ott. 99

  - La Riscossa , n. 3 dic. 99

 - Linearossa , n. 14 dic. 99

 


 

Dalla deposizione di Romiti - processo per la schedatura FIAT.

"... questo servizio ... fu organizzato da questo Pagella. Io non conosco le modalità, né conosco, naturalmente, i nomi dei confidenti ..., so però che io dovetti collaborare diverse volte con i servizi, come li chiamate, i servizi a Roma, perché mi chiamavano, mi dicevano: dott. Romiti, dobbiamo infilare questo dentro un vostro stabilimento, quindi per infilarlo bisognava assumerlo e farlo figurare.... io naturalmente dicevo a Ghidella ... Questa spesa è molto alta ... Quando prendemmo gli stabilimenti Alfa (1.1.87), perché a Milano erano pieni di terroristi e giù a Pomigliano c’era invece la camorra, quindi c’è stata una recrudescenza che pian piano l’abbiamo smantellata con una certa fatica.... quando uno istituisce una catena di questo tipo di confidenti non è facile poi, non è che siano dei gentiluomini i confidenti. Noi siamo costretti a infilare nei dipendenti delle imprese di pulizia anche qualcuno di questi confidenti perché è l’unico modo per sapere, perché il servizio interno sì, guarda, però ... Oh, tenga presente un’altra cosa : il servizio interno per ragioni sindacali non può entrare nei reparti... e allora..."

(Slai Cobas, e-mail ott. 99)

 

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Qualche mese fa il segretario del maggior partito del Governo, Veltroni, sconvolto dall’assassinio di un intellettuale collaboratore del Ministro del lavoro, dichiarava: "non posso credere che qualcuno possa arrivare a pianificare a tavolino la morte di una persona!". In linea di principio siamo d’accordo. Come dobbiamo definire, infatti, il Governo italiano che ha partecipato alla pianificazione, per una guerra "umanitaria", della morte immediata per migliaia di persone e un futuro di malattie, sofferenza e morte per milioni di altre?

( La Riscossa , n. 3 dic. 99)

 

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Ma è estremamente chiaro che non può aversi ripresa del movimento comunista se non si ha piena comprensione delle cause della crisi e in primo luogo delle cause soggettive. Non vogliamo discutere in questo momento delle cause oggettive, che sono di certo largamente soverchiate da quelle soggettive e a queste imputabili. Le condizioni oggettive in questa epoca sono favorevoli allo sviluppo della rivoluzione e non al suo ripiegamento, se è vero come è vero che, come diceva Lenin, questa è l’epoca del capitalismo putrescente nella quale le rivoluzioni proletarie sono per forza di cose all’ordine del giorno. Altrimenti come potrebbe venire spiegato che negli anni ’70 di questo secolo ben un terzo dell’umanità è arrivato a vivere in regime di socialismo! Sicuramente il fattore che è venuto meno perché la marcia dell’umanità verso il socialismo e il comunismo continuasse è stato un fattore soggettivo.

( Teoria & Prassi , n.1 anno 2000)

 

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Compagni, operai, proletari, studenti,

impediamo agli aguzzini, ai provocatori, agli sbirri al servizio del capitale di affermare il loro vigliacco motto “divide et impera” all’interno delle nostre fila. Rivolgiamo tutti uniti come un solo uomo la nostra straordinaria e multiforme resistenza contro coloro che ci perseguono, ci reprimono, ci arrestano. Stabiliamo il confronto attivo tra le nostre fila attraverso un bilancio dialettico sul cosa abbiamo praticato, su cosa stiamo praticando e su cosa è necessario praticare e non solo dire!

L’unica forza a disposizione che possiedono i proletari è l’unità e la solidarietà di classe contro il sistema di sfruttamento capitalistico, non lasciamo che questo poderoso strumento strategico cada dalle nostre mani.

Organizziamolo, rafforziamolo, perfezioniamolo, ma non abbandoniamolo!

L’unico nostro obiettivo strategico deve essere quello di radicare la Rivoluzione Proletaria nelle masse cercando di impedire che il nemico ci separi da loro; solo se il nostro lavoro di rivoluzionari, di anticapitalisti e di comunisti è intimamente e solidamente legato a queste, saremo in grado di aprire uno spiraglio verso la liberazione dal sistema capitalistico.

(assalto al cielo , n. 73 nov. ‘99)

 

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Non varrebbe neanche la pena di occuparsene se non fosse che tutto questo clamore rivela una cosa che per noi, per gli operai, i lavoratori e le masse popolari tutte ha una grossa importanza: i borghesi hanno una sacrosanta paura della classe operaia, del suo partito e del comunismo. Perché l’unico reale fallimento che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale vive sulla propria pelle è quello della borghesia (e con lei dei revisionisti) e del suo sistema, il capitalismo; perché l’avanzare della crisi generale, la precarietà, la miseria e il malessere crescenti (anche nei paesi imperialisti stessi) spingono e spingeranno sempre più le masse popolari a cercare una strada per uscire da questa situazione; perché la classe operaia ha una prospettiva da offrire a tutti gli sfruttati del mondo: unirsi nella lotta per costruire una nuova società, una società mossa dalla ricerca non del profitto, ma del benessere collettivo, una società che non fonda la sua ricchezza sullo sfruttamento, una società in cui la libertà non è un privilegio di pochi o una parola vuota, una società socialista; perché, pur tra mille difficoltà e in una situazione attualmente di debolezza, si sta forgiando lo strumento necessario per costruire questa società, strumento che già nel passato ha saputo unire milioni di persone di lingua, colore, sesso, età, razza diverse nella lotta per il socialismo: il partito comunista, il partito della classe operaia, capace di guidare il resto delle masse popolari a superare la sfiducia in se stesse che la borghesia sparge a piene mani, a far fronte a ogni genere di attacco furioso da parte delle classi dominanti per conservare il loro potere e a trasformare gli attuali rapporti sociali. 

(Resistenza , n. 2 febb. 00) 

 

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Il problema che noi comunisti e proletari d’avanguardia, oppositori coerenti abbiamo è  di costruirlo realmente uno strumento capace di rovesciare con strategia e tattica opportuna la classe dominante di questo paese, ponendo questa lotta come parte integrante della lotta internazionale del proletariato.

Su questo il nostro progetto di tesi, la nostra azione diverge, e nettamente, sia dagli autori dell’attentato a D’Antona sia dagli autori de La voce. Ne abbiamo cominciato a scrivere nel n. 13 di rossoperaio : ’Una grande decisione’, a cui evidentemente rimandiamo.

Ci torneremo ancora più ampiamente e in diverse pubblicazioni, nelle settimane a venire, dato che è necessaria e decisiva l’affermazione della linea rossa per avanzare e unire i comunisti autentici.

( rossoperaio , n. 14 ott./nov. 99)

 

Una grande decisione

Un importante seminario nazionale di rossoperaio si è tenuto nel corso dell’estate ‘99 ... nel quadro della fase di lavoro di rossoperaio da noi definita “una grande salto per un nuovo inizio”.

Il “grande salto” è quello che porta alla costituzione/costruzione del partito comunista marxista-leninista-maoista in funzione del “nuovo inizio” della strategia della ‘guerra popolare’ diretta dal proletariato, applicata alla realtà concreta di un paese imperialista come il nostro.

( rossoperaio , n. 13 ag./sett. 99)

 

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Come si sta evolvendo la situazione in Italia? I compagni che si rifanno al marxismo in Italia cominciano a battere sul chiodo della ricostruzione del Partito. Tutti vogliono il Partito. Ciò è una cosa buona, anche se per alcuni il Partito pare che debba essere una appendice del sindacato (ma non così per noi comunisti).

Cominciano a essere pubblicati documenti che concretamente stabiliscono le tappe del processo di ricostruzione, esprimenti anche delle bozze di programma. Rispetto alla situazione di 9 o 10 mesi fa i passi avanti sono notevoli. Uno di questi documenti è quello dei CARC. Ci sembra il più avanzato. È il documento con cui i comunisti devono misurarsi. Qualsiasi gruppo che sostenga di volere dare un contributo al processo di ricostruzione del partito, non può ignorarne i contenuti. Lo deve leggere, lo deve criticare pubblicamente, ne deve approvare i punti validi, deve contribuire a fare di esso il futuro documento programmatico del Partito dei Comunisti italiani.

(Il circolo Lenin informa ..., n. 8 ott. 99)

 

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Un governo reazionario, noi diciamo liberalfascista che trae spunto dai programmi di Almirante e Licio Gelli ("il piano di rinascita democratica") di 20 anni fa.

Occorre schierarsi e lottare contro il centro sinistra, apertamente, direttamente ed integralmente, senza distinzioni ed esitazioni. Al tempo stesso è necessario dimostrare che, tra i partiti parlamentari, non esiste alcuna vera opposizione allo stato di cose presenti.

La trappola del "meno peggio" ancora cattura troppi lavoratori onesti e sinceri. Condividono i nostri giudizi ma poi si turano il naso e votano "contro le destre".

Il Polo ha vinto al comune di Bologna, ha vinto a Parma e Piacenza, ad Arezzo e Grosseto, sempre pronto a speculare, tra le masse popolari, sul malcontento generato dal governo. In Germania, per i partiti della destra tradizionale, le elezioni vanno benissimo, grazie al nuovo governo socialdemocratico.

Cedere al ricatto, sostenere anche solo con il voto, certa "sinistra", è il modo più sicuro sia per avere subito una politica di destra (cioè imperialista, antioperaia) sia per avere dopo un rafforzamento della destra tradizionale.

La lotta per la ricostruzione del Partito Comunista è anche l’unica via per combattere le destre, vecchie e nuove, oggi e per il futuro.

( La Riscossa , n. 3 dic. 99)

 

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La solidarietà operaia e l’unità delle lotte finalizzate al cambiamento, permisero tante conquiste che costarono enormi sacrifici, sofferenze e morti e che ora questo sistema e questi governanti stanno smantellando.

Oggi chi si richiama all’esempio di quegli operai e ai valori per cui hanno lottato non può rimanere inerte; l’acuirsi della crisi, le guerre, la disoccupazione ed il degrado che ne consegue impongono scelte.

La prima è creare le condizioni per ricostruire un vero partito comunista, così la classe operaia ed i lavoratori potranno tornare ad unirsi, a lottare, a vincere.

(Linearossa , n. 14 dic. 99)